...FRAMMENTI CRITICI 2017-2000

 

 

 

Jucci Ugolotti affronta tutti i materiali consoni   alla pratica scultorea, dai marmi ai bronzi, alle materie meno nobili come argilla e gessi.  Ed è proprio nelle paste malleabili come la terracotta che le sue vette artistiche toccano punte altissime. L ‘espressionismo delle opere risulta essere un perfetto connubio di visione contemporanea   e classica nel quale la tradizione antica incontra una radicale e forte libertà espressiva.  La superfice delle sculture trabocca di vitalità a stento trattenuta dalla forma. Una gestualità frutto di un pensiero libero da schematismi crea un duplice registro dinamico per affrontare la spazialità. Le masse   e le linee non solo indagano i piani dimensionali circostanti, ma intessono un rapporto duale inerente alla struttura della scultura stessa. Nell’iter creativo un ruolo determinante svolge la progettualità che sgorga direttamente dalla più pura tradizione italica tramite   bozzetti, disegni e modelli   i quali i manifestano come primaria esternazioni di sentimenti profondi. Questi ultimi suscitati dal contesto in cui vive e lavora, subiscono   un processo di presa di coscienza e vengono abilmente canalizzati confluendo nella pasta da modellare. Non basta  all’ artista l’indagine e la trasposizione psicologica fenotipica ,vuole far trasudare il vissuto della  “pelle “ della propria statuaria . VI perviene infatti con una   tecnica di stampo michelangiolesco, dove il “non finito “si palesa con   superfici graffiate, non levigate di una ruvidezza esacerbata e pregna di vita. In questa maniera cattura l’anima dei personaggi in una caratterizzazione muta ma fremente. Lo spettatore davanti a tali opere si perde due volte. la prima nella comprensione e valutazione dell’insieme, la seconda nell’ osservare i particolari e gli interstizi i quali danno vita   ai   chiaroscuri che si stagliano sulla superficie. Questa fenomenologia percettiva fa vibrare   l’opera conferendo   precarietà alla composizione, in   equilibrio tra presenza e assenza, tra vita e morte. La libertà espressiva maturata le permette la creazione di modelli plastici di chiara natura classica, rintracciabile nella posa e nella configurazione spaziale, cui fa da contralto la deformazione   superficiale. L’ estensione scultorea risente di una gestualità primaria in cui si percepiscono i   movimenti, le direzioni, i tocchi dell’artista, i quali comunicano drammaticità.  Analizzando il suo corpus produttivo, non possiamo non notare come l’utilizzo di un materiale diverso rispetto alla terracotta comporti una stilizzazione assai differente.  Quando infatti si avvale del marmo, una apparente astrazione si impossessa della scena. Forme geometriche   e piani intersecanti giocano con le ombre, superfici lisce che evocano   l’essenzialità di Brancusi, diametralmente e concettualmente opposte ai lavori di terracotta, ne evidenziano la stessa alternanza chiaroscurale, insistendo sul concetto comune di pieno e vuoto. Poi guardando attentamente, emerge labilissimo la memoria del dato reale, la quale si adegua al cambio di materia senza tradire l’idea del levare, che vivifica e rende unica la poesia visiva dell’artista emiliana…..

Atlante dell’Arte Contemporanea DE Agostini - Vol. 2 Start – Roma   2019  Ed. DeA Planeta Libri  srl

 

Il Maestro parmense Jucci Ugolotti, nome d’arte di Alda Ugolotti.
Inizia sin da giovanissima il percorso figurativo approfondendo sia la pittura che la scultura. Nonostante l’uguale competenza in entrambi i settori sarà la seconda ad assurgere a fondamento della propria carriera figurativa. La sua formazione culmina all’Accademia di Brera di Milano per poi dedicarsi sia all’attività di curatrice di testi d’arte che alla docenza. Oltre alla copiosa produzione e alla conseguenziale presenza in rassegne  collettive e personali la carriera dell’emiliana tocca il suo punto più alto nel 1995 m con la prestigiosa nomina di “Accademico” rilasciata dal Ministero dei Beni Culturali .Probabilmente influenzata  dal sentore “etrusco” del Maestro Marino Marini nell’0estetca di Ugolotti l’antico e la tradizione seguitano a proporsi come modelli non per via di sentimenti nostalgici bensì in virtù della convinzione che il passato , quando tocca elevatezze liriche inequivocabili, resta pur sempre esemplare per la elaborazione di paradigmi visivi che possano inserirsi anche nel contemporaneo . Dal punto di vista tecnico-materico ella plasma con valente attitudine la quasi totalità dei supporti confacenti all’esercizio della scultura: bronzi e marmi ma anche materiali poco blasonati tra cui gessi e argilla. La sua brillante polivalenza tocca l’acme virtuosistico nelle duttilità cedevoli della terracotta. Il suddetto sentore antico si ibrida con la cultura dell’Espressionismo generando un felice sposalizio di stilemi tardo antichi rivalutati nel contesto novecentesco. Non pedissequa emulatrice manierista della classicità la cultura antica è rielaborata in maniera assolutamente svincolata dai suoi consolidati fondamenti, la Nostra si avvale sempre del proprio estro coadiuvato da una radicale e forte versatilità espressiva. Concentra le sue meditazioni figurali soprattutto sulle relazioni tra volumetrie e spazi circostanti, dichiara a tal proposito: “Il mio oggetto d’interesse è la figura umana che realizzo nei più svariati materiali, partendo sempre dalla costruzione architettonica. L’ampia   mia gestualità mi induce a realizzare opere monumentali, accettando committenze non solo private ma anche pubbliche” Qualunque sia il materiale adoperato o la rassomiglianza al dato oggettuale del soggetto immortalato, la materia plastica esplode di un’energia che fatica a permanere racchiusa nella forma. Nella costruzione volumetrica la scultrice attinge a delle forme archetipiche notabili soprattutto nei lavori in marmo. Questi non si sottomettono a qualsivoglia imposizione bensì generano un variegato rapporto areale in perfetta correlazione con la luce, strumento con cui l’autrice si cimenta a generare interessanti sottigliezze   chiaroscurali.  Nel bronzo invece la ricerca è maggiormente votata ad un dinamismo di boccioniana   memoria, dove l’illusoria malleabilità dei volumi sembrano creare forme uniche in continuità nello spazio. In entrambi i casi le superfici si avvalgono di linee serpentiformi non solo per invadere le porzioni spaziali limitrofe, ma soprattutto per instaurare una relazione diafasica fra pienezze e vacuità. Nel processo combinatorio della Ugolotti la predisposizione dei soggetti tramite bozzetti, disegni e modelli occupa una mansione preponderante. Questi scaturiscono dalla sua olistica preparazione accademica che le ha permesso la manualità anche con tele e pennelli, seppur la Nostra avesse scelto poi di passare alla trasfigurazione in materia solida. L’artista non è appagata semplicemente dalla costruzione scenica o dalla trasposizione di n messaggio ma intende far trasparire spesso quel senso di incompiutezza del lavoro limitando al minimo la levigazione della superficie marmorea, citando così un non finito che rimanda istantaneamente al Buonarroti. Non raramente la struttura epidermica della statua può manifestarsi graffiata, non levigata quasi fosse un organismo naturale non esente da imperfezioni. Con tali accortezze Ugolotti amplifica l’apparato caratterizzante dei soggetti figurati conferendogli vitalità ed energia intrinseca.
Se nella produzione usuale prende decise distanze dalla verosimiglianza ciò non accade nella sua produzione ritrattistica. Qualunque sia il materiale scelto la risultante rimane la medesima con una verità apparente che si mescola alla finzione, volti dalla fisiognomica ben caratterizzati vengono eseguiti con un peculiare stile che lascia il materiale puro e spesso irto di “escrescenze” da cui si generano movimento e precarietà nello spazio. In cotale maniera la Nostra incatena lo spirito pulsante dei soggetti creando un’introspezione silente ma allo stesso tempo ricca di pathos. Il suo percorso artistico, incontra, filologicamente Maestri quali Arturo Martini, Bancusi, Giacometti e Boccioni. Sebbene siano manifesti questi “crediti culturali”, essi vengono contaminati da Ugolotti con la tradizione latino-greca. Grazie soprattutto alla perizia stilistica acquisita in accademia e affinata nel tempo la Nostra si dimostra in grado di piegare ogni superficie alla sua volontà, presentando nuovi paradigmi visuali per l’elaborazione della figura umana che nulla hanno a che vedere con le suddette maestranze, ma appartengono solo e inequivocabilmente al suo talentuoso e unico mantra creativo.  Chiamata ad esprimersi sul ruolo dell’arte ai tempi d’oggi il Maestro così risponde: “L’importanza dell’arte si evidenzia soprattutto nei momenti storici di crisi sociale, come quello attuale: sicuramente è un aiuto alla riflessione e al pensiero; un grande conforto per i privilegiati che si avvicinano umilmente senza pregiudizi. Per me è una ragione di vita che cerco di infondere alle mie creazioni”.

                                                                       Atlante dell’Arte contemporanea De Agostini n. 3                                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                                                                                                            
Il suo costante impegno con la produzione di opere in tridimensione le ha concesso di perfezionare la figura che rimane una sua costante. Riflette molto sul rapporto tra la forma e   lo spazio, dove   l’estetica rimane fondamentale per raccontare una “verità” del reale. Versatile e ideativa, sa fare emergere la sua attenzione sulla variazione materica destinata a rappresentare con energia espressioni efficaci. Il suo itinerario discorsivo percorre equilibri armonici tra idea e forma, per raggiungere un risultato identificativo di un pensiero chiaro e spiritualmente essenziale. Propone, infatti, un’idea che appare essenziale per rendere quella rappresentazione spontanea   di quello che in sintesi diventa l’opera capace di appagare le sue pulsioni creative. La sua idea di bellezza è solida, semplice e radicata e nello stesso tempo libera.     

M. Guderzo - Catalogo dell’ Arte Moderna  -  n. 56 - Ed. Mondadori 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     
Nata   a Parma si diploma presso l’ Accademia di Brera a Milano, dove è stata allieva di Marino  Marini e Alik  Cavaliere . Negli anni Settanta si dedica alla docenza, senza mai tralasciare le sue opere scultoree. Nel 1980  la Galleria Niccoli di Parma ospita la sua prima mostra personale . Nel i995 riceve la nomina di Accademico di Belle Arti per meriti artistici. Nel 2010 ha allestito un Museo personale di scultura contemporanea nel Palazzo Ducale di Sala Baganza (PR). Per tre volte ha partecipato alla Esposizione Triennale di Roma, ottenendo il Big award   dell’Arte Contemporanea. Nel 2015 viene invitata alla 56^ Biennale di Venezia . Attualmente, fa parte del Consiglio di Presidenza dell’Accademia   Nazionale di Belle Arti di Parma. Le sue opere sono presenti in   collezioni private e spazi pubblici in Italia e all’ estero . 

  C.Trafficante  - Catalogo dell’Arte Moderna n.56 - Ed. Mondadori

 

Possiede una profonda conoscenza dei materiali con i quali si rapporta con molta facilità piegandoli alle sue esigenze nella creazione dell’opera d’arte.  Il processo creativo segue la tradizione partendo dal disegno per approdare per gradi all’opera finita nella quale si rilegge una profondità iconica capace di trasmettere impressioni ed emozioni. Traspare una forma di “espressionismo” che stilisticamente può essere associato ad un connubio tra figurativo e classicità. Chi osserva le sue opere viene colpito da questa libertà espressiva che non tradisce l’arte e che sa estendere al mondo delle forme gli impulsi creativi dell’artista in armonia tra idea e   resa tridimensionale della figura. Ragiona per variazione di luce e si accosta alla scultura manifestando sensibilità e capacità interpretativa.              

                         M. Guderzo -  Catalogo dell’Arte Italiana N. 57 Ed. Mondadori

 

 

Jucci Ugolotti è un’artista da sempre impegnata su due fronti: da un lato l’amore per la scultura le   ha permesso in questi lunghi anni di carriera di creare delle opere importanti e significative, dall’ altro combatte strenuamente per la tutela del patrimonio storico artistico della sua terra organizzando fondamentali progetti di recupero scultoreo di   opere monumentali. Ugolotti è stata curatrice di testi   d’ arte, ha tenuto inoltre   conferenze e promosso incontri culturali; a a questo proposito le   è   stata conferita   nel 1995 dal Ministero dei Beni Culturali la prestigiosa onorificenza di “ Accademico “ di Belle Arti. Vive e lavora a Parma, dove sono presenti molte delle sue opere scultoree. L’ attività nel suo territorio è talmente frenetica e produttiva che nel 2010 ha allestito un Museo personale di scultura contemporanea ne Palazzo Ducale di Sala Baganza (Parma) detto   Rocca Sanvitale.

                                                              Claudia Trafficante - Catalogo dell’Arte Italiana - N. 57 Ed. Mondadori

 


                                                                                             
Jucci Ugolotti: quando l’eccellenza della tecnica incontra un messaggio coerente fra sperimentazione e docenza.
Pochi scultori nel panorama contemporaneo raggiungono una capacità di composizione e realizzazione con un messaggio culturale coerente e determinato come quello di Jucci Ugolotti che ha sempre portato avanti una ricerca nel continuo dialogo  fra il lavoro in laboratorio e la docenza…

                         Annalisa Sacchetti Puntelli - Archè - 2022  Mondadori

 

…Avviene per l’opera della professoressa Ugolotti quanto possiamo dire del dipinto di Rembrandt dal titolo Titus i veste di S. Francesco al Rijksmuseum di Amsterdam. Ciò significa che laddove viene rappresentato un frate in atteggiamento che richiamano la predicazione, la spiritualità e il comportamento francescano, viene automaticamente recuperata l’identità rivoluzionaria del frate di Assisi. Jucci Ugolotti, attento maestro nel plasmare ogni particolare per rappresentare l’animo del rappresentato, pone i capisaldi del movimento francescano, nell’ atteggiamento della scultura. La realizzazione tecnica è così sorprendente: l’abilità del maestro è tale che il corpo diventa veste dell’anima e che la materia, come in altre sculture presenti nelle tante mostre di Jucci Ugolotti dirette da me e non solo, prende vita nel tempo del personaggio per esprimere il superamento del limite stesso del tempo cogliendo l’obiettivo di un arte che mette in primo piano i moti dello spirito come esemplari di un’umanità eterna. Le rappresentazioni di San Francesco, per essere davvero tali, hanno il dovere morale prima che artistico di portarci la sua testimonianza. Lo hanno fatto poeti e artisti, da Dante nel Paradiso a Cimabue nel celebre ritratto, da Giotto a Caravaggio fino a Guido Reni, Rembrandt e tanti altri. Jucci Ugolotti esprime il suo punto di vista, femminile e colto, in una rappresentazione complessa e densa di significati seppur semplice e immediata nella fruizione, per un pubblico che, grazie a lei, coglie immediatamente l’essenza del movimento francescano. Nella sua opera tutto il senso delle pietre angolari dell’architettura francescana : incontriamo la povertà come rigore morale, l’obbedienza come primo principio per vivere la religione nel contesto collettivo e ortodosso del cristianesimo e nel cattolicesimo, l’ umiltà come presupposto di una vita al servizio dei fratelli e simbiotica delle natura riconosciuta come fratello e sorella. Non solo. Nel lavoro di Jucci Ugolotti tutto il senso di San Francesco dell’appellare come minores i frati. E quella scultura ricorda l’emozione segreta della Porziuncola e della tomba di San Francesco e dei frati che lo hanno accompagnato. Nel gesto del soggetto dell’opera tutto il distacco dalla borghesia del tempo di un uomo nato col nome di Giovanni, in ricordo di Giovanni Battista, chiamato Francesco dal padre in onore della Francia per motivi commerciali, un uomo che ha rivoluzionato l’approccio al culto partendo dalla lo tta all’opulenza e all’ostentazione per incontrare, nel proprio spirito, lo splendore di Gesù. Jucci Ugolotti con questa scultura incontra la solitudine dell’angelo nella rappresentazione del frate come ascetismo nella gioia del servizio verso i fratelli. La solitudine incontra l’angelo e l’artista diventa il narratore di un’ opera che non esisteva e che consente il racconto. L’angelo condivide la solitudine angelica di un’artista che diventa testimone portavoce del miracolo dello spirito.

                                            Le scelte di Puntelli – Ed. Giorgio Mondadori 2019 di Giammarco Puntelli - A G Printing, Peschiera Borromeo (MI)

 

…Jucci Ugolotti affronta tutti i materiali consoni alla pratica scultorea, dai marmi ai bronzi, alle materie meno nobili come argilla e gessi. Ed è proprio nelle paste malleabili come la terracotta che le sue vette artistiche toccano punte altissime. L‘espressionismo delle opere risulta essere un perfetto connubio di visione contemporanea e classica nel quale la tradizione antica incontra una radicale e forte libertà espressiva. La superfice delle sculture trabocca di vitalità a stento trattenuta dalla forma. Una gestualità frutto di un pensiero libero da schematismi crea un duplice registro dinamico per affrontare la spazialità. Le masse e le linee non solo indagano i piani dimensionali circostanti, ma intessono un rapporto duale inerente alla struttura della scultura stessa. Nell’iter creativo un ruolo determinante svolge la progettualità che sgorga direttamente dalla più pura tradizione italica tramite bozzetti, disegni e modelli i quali i manifestano come primaria esternazioni di sentimenti profondi. Questi ultimi suscitati dal contesto in cui vive e lavora, subiscono un processo di presa di coscienza e vengono abilmente canalizzati confluendo nella pasta da modellare. Non basta all’ artista l’indagine e la trasposizione psicologica fenotipica, vuole far trasudare il vissuto della “pelle“ della propria statuaria. Vi perviene infatti con una tecnica di stampo michelangiolesco, dove il “non finito “si palesa con superfici graffiate, non levigate di una ruvidezza esacerbata e pregna di vita .In questa maniera cattura l’anima dei personaggi in una caratterizzazione muta ma fremente . Lo spettatore davanti a tali opere si perde due volte. la prima nella comprensione e valutazione dell’ insieme, la seconda nell’osservare i particolari e gli interstizi i quali danno vita ai chiaroscuri che si stagliano sulla superficie. Questa fenomenologia percettiva fa vibrare l’opera conferendo precarietà alla composizione , in equilibrio tra presenza e assenza, tra vita e morte. La libertà espressiva maturata le permette la creazione di modelli plastici di chiara natura classica ,rintracciabile nella posa e nella configurazione spaziale ,cui fa da contralto la deformazione superficiale. L’estensione scultorea risente di una gestualità primaria in cui si percepiscono i movimenti, le direzioni, i tocchi dell’ artista, i quali comunicano drammaticità. Analizzando il suo corpus produttivo, non possiamo non notare come l’utilizzo di un materiale diverso rispetto alla terracotta comporti una stilizzazione assai differente. Quando infatti si avvale del marmo, una apparente astrazione si impossessa della scena. Forme geometriche e piani intersecanti giocano con le ombre, superfici lisce che evocano l’essenzialità di Brancusi, diametralmente e concettualmente opposte ai lavori di terracotta, ne evidenziano la stessa alternanza chiaroscurale ,insistendo sul concetto comune di pieno e vuoto. Poi guardando attentamente, emerge labilissimo la memoria del dato reale ,la quale si adegua al cambio di materia senza tradire l’idea del levare, che vivifica e rende unica la poesia visiva dell’ artista emiliana…..

                                               Atlante dell’ Arte Contemporanea DE Agostini - Vol .2 Start – Roma 2019 Ed. DeA Planeta Libri srl

 

…Il suo costante impegno con la produzione di opere in tridimensione le ha concesso di perfezionare la figura che rimane una sua costante. Riflette molto sul rapporto tra la forma e  lo spazio, dove  l’estetica rimane fondamentale per raccontare una “verità” del reale. Versatile e ideativa ,sa fare emergere la sua attenzione  sulla variazione materica destinata a rappresentare con energia espressioni efficaci. Il suo itinerario discorsivo percorre equilibri armonici tra idea e forma, per raggiungere un risultato identificativo di un pensiero chiaro e spiritualmente essenziale. Propone, infatti, un’idea che appare essenziale per rendere quella rappresentazione spontanea  di quello che in sintesi diventa l’opera capace di appagare le sue pulsioni creative. La sua idea di bellezza è solida, semplice e radicata e nello stesso tempo libera.                                                                                                                    

                                               M. Guderzo - Catalogo dell’ Arte Moderna - n. 56 - Ed. Mondadori

 

…Nata  a Parma si diploma presso l’Accademia di Brera a Milano, dove è stata allieva di Marino  Marini e Alik  Cavaliere. Negli anni Settanta si dedica alla docenza ,senza mai tralasciare le sue opere scultoree. Nel 1980  la Galleria Niccoli di Parma ospita la sua prima mostra personale. Nel 1995 riceve la nomina di Accademico di Belle Arti per meriti artistici. Nel 2010 ha allestito un Museo personale di scultura contemporanea nel Palazzo Ducale di Sala Baganza (PR). Per tre volte ha partecipato alla Esposizione Triennale di Roma, ottenendo il Big award  dell’ Arte Contemporanea. Nel 2015 viene invitata alla 56^ Biennale di Venezia. Attualmente, fa parte del Consiglio di Presidenza dell’Accademia  Nazionale di Belle Arti di Parma. Le sue opere sono presenti in  collezioni private e spazi pubblici in Italia e all’ estero.             

                                               C. Trafficante - Catalogo dell’ Arte Moderna .n. 56 – Ed. Mondadori

 

…La scultura di Jucci Ugolotti he il dono dell’anima e dell’emotività all’interno di un impianto teorico che si sviluppa nell'eccellenza della realizzazione plastica…

                                               G. Puntelli – Biennale D’Arte contemporanea in Veneto

 

…Jucci Ugolotti può essere considerata un decano della scultura dell’arte plastica. Inizia giovanissima ad esplorare il mondo dell’arte, ma è la scultura il suo vero amore. Studentessa brillante all’ Accademia di Brera, Jucci Ugolotti si dedica subito alla sua grande passione creando e modellando materiali diversi. Già nel 1980 è invitata ad esporre i suoi lavori presso la Galleria Niccoli di Parma. Da quel momento in avanti la carriera di Jucci Ugolotti sarà costellata di successi e di opere importanti. La sua dedizione al mondo dell’ arte la spinge, nel 2010, ad allestire il Museo personale dedicato all’Arte plastica nel Palazzo Ducale di Sala Baganza (PR). Negli anni si sono moltiplicate le committenze per opere pubbliche e private. Il 2019 invece l’ha vista impegnata sul fronte delle esposizioni all’estero, toccando città importanti come Parigi, Berlino e Tirana.

                                               C. Trafficante - Catalogo dell’ Arte Italiana – Mondadori N. 55

 

…Spontaneo e vero, capace di viaggiare nel tempo con un accentuata espressività naturale che diventa figurativa e, allo stesso tempo, simbolica, l’artista sa muoversi nel mondo della figura con molta padronanza di forme e contenuti. La sua azione dimostra l’attaccamento alla tradizione nella quale si orienta facilmente e si confronta con essa per le sue rappresentazioni naturali e profondamente significative. Le sue figure sono sincere, leggono la storia, fanno scoprire il mondo e si rapportano alla natura in modo felice. L’integrazione spaziale poi, diventa fondamentale possibilità per la totale visione del soggetto parte integrante della natura stessa.

                                               M. Guderzo - Catalogo dell’ Arte italiana - Ed. Mondadori 2019 – N. 55

 

…Capace di presentarsi con assoluta padronanza al cospetto di tutti materiali più nobili della scultura, sa prediligere la rappresentazione determinando espressioni figurative incisive e perfette per la loro caratterizzazione. Bronzi,marmi, terrecotte, gessi e pitture sono i supporti delle sue creazioni. La sua poliedricità, inoltre ,la favorisce in quell’intento di progettare dimensioni monumentali partendo dal segno della tradizione con grafie, bozzetti, modelli e produzioni in grande. Per questo sa essere perfetta interprete di un mondo che le appartiene, quel mondo che è ricco di immagini e di raffigurazioni intimiste e naturalmente istintive. Non mancano il talento e l’esperienza necessari per saper interpretare e descrivere un pensiero creativo fatto di emozioni e di effetti scenici, descritti con assoluta raffinatezza.

                                               M. Guderzo - Catalogo dell’ Arte Moderna n. 54 Ed. Mondadori

 

…Ci sono artisti il cui valore è determinato da una storia espressiva particolarmente interessante, ci sono  scultori che hanno avuto il dono di aver saputo ascoltare la propria ”necessità interiore“ e sin da giovanissimi hanno lasciato emergere un estro creativo innato. Jucci Ugolotti è una di questo genere di rari artisti italiani ,forti di una raffinata preparazione culturale e di una costante ricerca espressiva e studio di materiali come il rame, il bronzo, il marmo, la terracotta e la ceramica  . Con questa  premessa è quasi scontato il successo di pubblico e critica che riscontra quotidianamente attraverso eventi espositivi ed editoriali. Non stupiscono  dunque le oltre duecento mostre personali e collettive alle quali ha partecipato in Italia e all’ estero.  Innumerevoli sono i premi ricevuti e le sue opere si trovano presso importanti collezioni pubbliche e private, costituendo un grande patrimonio creativo avviato con la prima mostra personale nella sua splendida città di  Parma. Nonostante l’avvio didattico con i Maestri Marino Marini e Alik Cavaliere, Jucci Ugolotti ha saputo imprimere un proprio stile che la caratterizza nel panorama dell’arte contemporanea italiana, non si è lasciata intrappolare in specifiche correnti espressive ed ha così agevolato un’indipendenza  creativa manifestata grazie alla sua straordinaria sensibilità.

                                               Alberto Moioli – Enciclopedia dell’ Arte Italiana  - 2018

 

…Nota al grande pubblico per le sue opere monumentali Jucci Ugolotti è da anni sulla scena artistica italiana. Già allieva di Alik Cavaliere e Marino Marini, l’artista emiliana è stata nominata “Accademico di Belle Arti “ed è membro del Consiglio di Presidenza dall’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma. Nel 2010 ha allestito il Museo personale di Scultura nelle sale del Palazzo Ducale di Sala Baganza. Tra le sue attività non possiamo non citare il lavoro di recupero e restauro di opere monumentali in rame, bronzo e marmo per la tutela del patrimonio storico–artistico cittadino. Nel 2017 viene invitata a partecipare alla Triennale di Roma al Complesso del Vittoriano. Nello stesso anno realizza per la città di Parma la scultura dedicata al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. contemporanea italiana ,non si è lasciata intrappolare in specifiche correnti espressive ed ha così agevolato un’indipendenza  creativa manifestata grazie alla sua straordinaria sensibilità.

                                               C. Trafficante – Catalogo dell’ Arte moderna - Ed. Mondadori N. 54

 

…Portata alla sperimentazione del materiale, l’artista ha potuto utilizzare e percepire le variazioni della figura a confronto con la materia stessa. Non ha esitato, tra l’altro a rapportarsi con la grande dimensione, anzi ha individuato con questo rapporto con lo spazio una sfida. Per dar vita al suo repertorio si è rivolta alla rappresentazione in una maniera assolutamente naturalistica, tanto che la sua produzione sottende una ritun’estetica di bellezza. La sua produzione è una sorta di slancio vitale che sembra animare questa verità a denotare il rapporto stretto con una naturalezza recondita.

                                               Catalogo dell’Arte Moderna n. 53 - Mondadori

 

Abilità convincente e decisiva per la scultura. La straordinaria formalità dell’immagine è rappresentata da una percezione di bellezza quasi formale e la realtà è pregna di questo voler essere scultore. Le accorte variazioni di piani, poi, e l’insorgenza di rilievi su cui scivola la luce, rendono questa sua scultura perfetta per abilità comunicativa che supera i confini visivi e da vita a creazioni armoniose portatrici di messaggi universali. Un’arte che rivela la creatività dell’artista e le pulsioni intime del suo animo.                            

                   Paolo Levi - Expertise per l’opera “Espressione”

 

La scultrice Jucci Ugolotti inizia alla Galleria Niccoli una brillante carriera che la porterà ad avere opere in tanti spazi pubblici e chiese del Parmense e anche all’estero… …Nel 1998 .Jucci Ugolotti esegue il toccante monumento in bronzo a Padre Lino posto in Piazzale Inzani,nel cuore di quell’Oltretorrente in cui il santo frate ha più operato…

                       Pier Paolo Mendogni - Arte a Parma nel Novecento  Ed. MUP 2017

 

 

Consegue gli studi a Brera, laureandosi con Guido Ballo, seppur la lezione di docenti quali Marino Marini e Alik Cavaliere sarà molto significativa per la sua produzione. L’artista ha ricevuto nel 1995 dal Ministero dei Beni Culturali l’onorificenza di “Accademico“ di Belle Arti,ha partecipato alle tre edizioni dell’ Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma (2017,2014, 2011 ) ottenendo nel 2011 il Premio Big Haward dell’Arte contemporanea per l’ alta qualità della sua scultura. Nel 2015 ha presentato le  sue opere alla Biennale Internazionale di Venezia, Padiglione Nazionale Guatemala, ottenendo svariati riconoscimenti. Nel 2010 ha allestito un Museo personale di scultura contemporanea nel Palazzo Ducale di Sala Baganza detto Rocca Sanvitale. L’espressionismo delle sue opere traspare dalla sua gestualità e manualità. L’artista predilige la terracotta e il bronzo piuttosto che il marmo, in quanto il processo di modellazione è più immediato. Ugolotti unisce la visione contemporanea dell’arte a quella classica. Tecnica e materiali utilizzati si rifanno ad una tradizione antica, che però viene pervasa dalla creatività che caratterizza il suo genio. Questo porta ad equilibrio formale delle opere che convive con una grande libertà espressiva conseguita anche con ricerche materico cromatiche.
Le forme spesso vengono solo abbozzate e le superfici sono graffiate, non pulite o lisce. Tale espediente è usato dall’artista per infondere vita alle sue creazioni, per inserirvi parte di sé: la tecnica usata risulta perfetta per la caratterizzazione e l’interpretazione dell’ espressività dei personaggi. La sua lunga carriera ha portato Ugolotti a sperimentare utilizzando moltissimi materiali: bronzo, gesso dipinto e naturale, marmo, terra cruda, terracotta dipinta e naturale, ceramica. Inoltre ogni creazione si fonda su disegni preparatori, nulla è lasciato al caso: tempera acquerello o grafite, si tratta però di studi propedeutici, ma se analizzati come opere d’arte emerge un’ innegabile accuratezza e maestria. Artista poliedrica, le sue opere sono presenti sia in collezioni private che in palazzi Istituzionali, italiani ed esteri. In “Volo” si ha una intersezione continua dell’atmosfera con l’opera, quasi come se la terracotta venisse modellata in quell’ istante e si immobilizzasse di fronte allo spettatore . Volo risulta completamente diversa dalle altre opere in terracotta dipinta, finora la Ugolotti aveva utilizzato questo materiale per sculture (soprattutto ritratti) molto più vicine al realismo . mentre nelle opere in marmo la stilizzazione della figura umana assume maggior pregnanza. Volo ricorda un mondo lontano, un’opera che viene da un momento distante nella storia. La colorazione e la forma richiamano i tronchi abbandonati nella battigia dalle onde del mare, mentre un’osservazione più ricercata porta ad individuare in essa delle caratteristiche appartenenti alla figura umana: il volto allungato e lo sguardo rivolto a sinistra, verso qualcosa di invisibile: le mani aperte in direzione dello spettatore. Le gambe galleggiano, la figura è disposta in orizzontale come nel tentativo di compiere un’azione dinamica. La materia lotta per venire alla luce, ed è proprio con gli effetti della luce sulle superfici e sui volumi che lavora l’artista: lo spettatore è indotto ad esplorare le intercapedini e i dettagli che creano i chiaroscuri sull’opera. Risultano significative vibrazioni luministiche, che conferiscono precarietà alla composizione, in bilico tra questo mondo e l’altro, tra la nascita e la morte. La creazione dell’ artista può essere un metafora o può raffigurare una figura mitologica tutto sta in quel che si vuole vedere. Volo esprime l’ intenzione di cristallizzare in potenza l’arte stessa. Jucci Ugolotti segue tutte le fasi di realizzazione dell’opera ed è per questo che predilige la lavorazione della terracotta: ama manipolare la materia, avere un’immersione totale con la scultura che le consente di trasporre profonde sensazioni. Grazie alle esperienze di restauro, di recupero e rifacimento di sculture monumentali, l’artista gode di profonda conoscenza tecnica.

Catalogo mostra Grazie Italia c/o Biennale Internazionale di Venezia
Padiglione  Guatemala

 

 

Il suo talento rende unico un linguaggio espressivo che possiede la preziosa dote della comunicatività. La creatività è la forza motrice della sua arte che permette di realizzare opere pregevoli, riproducendo le emozioni  di una realtà ispiratrice. Arte ricercata, che contempla ed esalta la bellezza regalandoci autentici attimi di pura poesia. Ogni opera è caratterizzata da una perfetta armonia compositiva, frutto di un’attenta maestria tecnica affinata con lo studio e l’esperienza.                                                    
                                   

  Premio Internazionale - Paolo Levi - Venezia 2016

 

 

Artista di fama internazionale, già allieva di Marino Marini e Alik Cavaliere, Jucci Ugolotti lavora incessantemente alle sue opere scultoree,ma è anche una delle più significative promotrici culturali, nonché mecenate nella zona di Parma, la prima mostra personale presso la Galleria Niccoli di Parma è datata 1980, anno in cui l’artista aveva alternato docenza e attività professionale. Negli ultimi anni ha partecipato attivamente ad importanti eventi espositivi, Venezia, Fiesole, Verona, Milano, Londra, Spoleto, Rio de Janeiro, Parigi, Vienna, Bruges, Lugano, Palermo. Nel 2010 ha allestito un Museo personale di scultura contemporanea nel Palazzo ducale di Sala Baganza ( Parma ) detto Rocca Sanvitale. Le sue sculture in bronzo, gesso, marmo, terracotta e ceramica fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.                     

Portata alla sperimentazione del materiale, l’artista ha potuto utilizzare e percepire le variazioni della figura a confronto con la materia stessa. Non ha esitato, tra l’altro, a rapportarsi con la grande dimensione, anzi ha individuato con questo rapporto con lo spazio una sfida. Per dar vita al suo repertorio si è rivolta alla rappresentazione in una maniera assolutamente naturalistica, tanto che la sua produzione sottende una ritualità convincente e decisiva per la scultura. La straordinaria formalità dell’immagine è rappresentata da una variazione di piani, poi, e l’insorgenza di rilievi su cui scivola la luce rendono questa usa scultura perfetta per un’estetica di bellezza. La sua produzione è una sorta di slancio vitale che sembra animare questa verità a denotare il rapporto stretto con una naturalezza recondita.

Mario Guderzo - Catalogo dell'Arte Moderna Mondadori

 

 

Artista parmense, già allieva di Alik Cavaliere e Marino Marini ,Jucci Ugolotti, vanta una carriera straordinaria nel mondo  dell’arte . Nel 1993 viene nominata d al Ministero dei Beni Culturali, "Accademico di Belle Arti" per gli alti meriti. A. Jucci Ugolotti ha creato il Museo di Scultura nel Palazzo Ducale di Sala Baganza (Parma). Nel 2015 è stata una degli artisti presenti alla Biennale di Venezia. Le sue opere scultoree  apprezzate dal  grande pubblico e dalla critica, sono parte di collezioni pubbliche e private. Nel 2015 Le sue opere sono andate in mostra a Berlino.

     Claudia Trafficante - Catalogo dell'Arte Moderna Mondadori

 

 

La realtà viene interpretata confrontandosi  direttamente all’insegna di una gestualità e di una conoscenza  tecnica assoluta. Il suo  espressionismo trapela da un fermento di ricerca continuo, che non disdegna il confronto con materie primordiali e diversificate come l’ argilla e il gesso. I materiali sono sempre uniti da una ricerca da accostare all’ arte classica. La padronanza del suo  linguaggio è fra l'altro una connotazione della capacità di lavorare con grandi dimensioni. La finalità di molti suoi soggetti è proprio quella di arrivare alla proposizione dell’opera da  destinare ad un luogo specifico e studiato. Per questa sua metodologia molto attenta e costante ,la risposta è evidentemente in linea  con la grande tradizione.
    

M. Guderzo - Catalogo dell’ Arte moderna N° 52 - Mondadori - Ed. Arte plastica 2016

 

 

Le sculture di Jucci Ugolotti sono sempre un grande  esempio d’arte che si rifà ad una tradizione antica nella realizzazione ,nella tecnica  e nei  materiali utilizzati. Un ritorno al classico che però riserva un ampio spazio ad una vena contemporanea che va sorgendo di opera in opera. Jucci Ugolotti rimarca così la necessità di  mantenere gli stilemi fondamentali per l’equilibrio formale delle opere, ma al tempo stesso mantiene vivo quel  cambiamento dettato dalla sua creatività, che rende le sue opere uniche nel loro genere.                                              

  Catalogo MEART 2017 - EA Editore - Palermo

 

 

La valenza dell’operato artistico di  Jucci Ugolotti  travalica il presenta e si pone come esempio di modellazione della materia nell’ambito dell’arte contemporanea. Durante questi anni di ricerca, la scultrice ha alternato materiali preziosi come marmi e bronzi  a materie povere come terrecotte e gessi, compiendo anche in campo ceramico mirabili sperimentazioni. L’artista da voce ai suoi soggetti  utilizzando le tecniche plastiche con incredibile talento ed esperienza, prestando attenzione agli effetti  prodotti   dalla luce sulle superfici e sui volumi. Questi  lavori descrivono con raffinatezza la tensione che accompagna sentimenti archetipici e profondi.

                             Catalogo  Museo Levi - Artisti da Museo - Paolo Levi 2017 - EA Ed. Palermo

 

                                                               
   
Jucci Ugolotti vive ed opera  nella propria città natale, Parma. Ella approfondisce gli studi a Brera, determinante per la sua formazione sarà la lezione del maestro toscano Marino Marini sul senso dell’“Etrusco” e sull’eternità della scultura antica. L’ artista ha sperimentato materiali pregiati come marmi e bronzi e al contempo materie povere terracotta e gesso. “ Sensualità” è una scultura in terracotta dipinta, il modellato è forte e deciso a tal punto da esprimere una grande carica carnale capace, seppur sempre ancorata a modelli classici, di toccare le vette di un espressionismo quasi ”munchiano,” che non lascia spazio a sentimenti pudici e arriva dritto all’animo. La libertà espressiva vissuta dall’artista negli anni giovanili le ha permesso di plasmare il modello antico  e di reinterpretarlo ogni volta con accenti e sfumature diverse. “ Sensualità” è un’ opera quasi decadente, simbolista ,in cui il modello classico ,visibile soprattutto nella posa e nella leggera rotazione e inclinazione all’altezza delle spalle, si fonde con i provocanti modelli femminili della Francia di fine  Ottocento, o si avvicina alla deformata e tormentata sensualità di Egon Schiele. La superficie scultorea è modellata in maniera icastica, con sentimento primordiale, si percepiscono i moti e le direzioni delle mani dell’ artista, il “pathos“ esecutivo e la volontà di raggiungere le vette più alte dell’espressionismo.                    

                                                                                                                                                                                                                                                                                                              
                                             Catalogo Esposizione Triennale Arti Visive 2017 Roma - Ed. Start

 

 

Jucci Ugolotti affronta con ricercata naturalezza tutti i materiali che si addicono alla scultura: dall‘argilla al gesso, dal marmo al bronzo. Con queste materie  si  esprime formulando i suoi soggetti che vengono ripresi dalla natura e che si ripropongono con una personale interpretazione foriera di assoluta maestria  ricca di poeticità. I suoi soggetti fanno parte del  “mondo”che da sempre  l’hanno coinvolta e diventano così interpreti  della sua sensibilità che è fonte di uno studio profondo. Della scultura è  l’interprete che non ha mai abbandonato la tradizione...                                     

   Catalogo dell’Arte Moderna - Mondadori - n. 51 Arte Plastica

 

 


La poetica  scultura di Jucci Ugolotti reca in sé non pochi sia a livello estetico  sia  di contenuto, portatori entrambi di intime emozioni. Fa piacere, innanzitutto, scoprire l’esistenza di un’artista quanto mai capace nel proseguire la tradizione antica della manipolazione della terracotta ai fini del costrutto plastico. L'artista da tanti anni sperimenta le varie tecniche scultoree utilizzando vari materiali, ma focalizzandosi ultimamente sulla terracotta. Si deve darle atto di averla affrontata tramite una mirabile capacità elaborativa. Le sue mani sono abili esecutrici al servizio della creatività. Scultrice dotata di innegabili capacità artistiche, perfetta modellatrice della materia ed eccelsa rappresentante della scultura figurativa, realizza creazioni in terracotta capaci di trasmettere a chi le osserva suggestioni profonde. Un‘ispirazione che giunge ad una forma assoluta di grande ricerca estetica, un dialogo intenso con il mondo circostante...

                                                            Paolo Levi  - Primo trofeo internazionale 2016

 

 

…varia i temi e gli obbiettivi di rappresentazione, l’artista Jucci Ugolotti, capace nella tecnica e nella cristallizzazione di una gestualità particolarmente efficace  nelle arti  plastiche: le opere dedicate a Madre Teresa di Calcutta e a Giovanni Paolo II, ci riportano, nell’ espressione e nell’atteggiamento, tutta l’assenza di tempo e l’orizzonte eterno che caratterizzava i due santi...

 

                                                             Giammarco Puntelli - L'Eternità nell'Arte - Ed. Mondadori 2016

 

L’artista Jucci Ugolotti partecipa a questa edizione della Biennale di Venezia con una serie di sculture, plasmate nello spirito della mostra ospitata nel Padiglione del Guatemala. L’artista, infatti, ha realizzato per l’occasione dei busti in terracotta dipinta, raffiguranti alcuni dei personaggi legati al film “Morte a Venezia” (1971). La pellicola, tratta dall’omonimo libro di Thomas Mann, narra la storia del musicista e compositore Gustav von Aschenbach che, nell’umida e mortifera atmosfera del Lido di Venezia, incontra un giovane dal nome altisonante, di cui si invaghisce. Jucci Ugolotti rappresenta tra le sue sculture proprio questo angelico ragazzo che nel libro e nel film risponde al nome di Tadzio. La terracotta ritrae il giovane con le sembianze dell’attore Björn Andresen, la sua posa fiera, i riccioli ben modellati, lo sguardo altero ricordano le parole con cui Mann descrive la sua entrata in scena nel romanzo, “l’espressione di serietà incantevole e divina, ricordava le statue greche dell’epoca più nobile. Con sorpresa Aschenbach notò che il ragazzo era bellissimo il grazioso volto pallido racchiuso tra i capelli color miele, il naso dritto e fine, la bocca graziosa.”    
Già dalla descrizione di Mann, dunque, il ragazzo appare come il soggetto perfetto per un quadro o una scultura e Jucci Ugolotti procede nell’ operazione  con una delicatezza smorzata appena da alcuni tocchi di chiaroscuro brutali e incisivi. I capelli ondulati del ragazzo, ad esempio, raccolgono e riflettono la luce dell’ambiente, che si insinua  tra le chiome creando zone buie e zone luminose. Il ragazzo indossa il costume aderente con il quale il protagonista lo vede giocare con gli amici sulla spiaggia e sembra sorridere in modo assente, questo è il sorriso che von Aschenbach desidera ardentemente che i ragazzo gli rivolga, come segnale implicito di una compiacenza segreta. Il busto di Tadzio riflette l’assoluta perfezione delle forme che solo  l’arte classica possiede, ed incarna con la sua figura, il concetto greco di “Kalòs Kai agathòs“. L’incredibile verosimiglianza della scultura rivela la maestria  tecnica dell’artista, in grado di restituire un’immagine perfettamente aderente alla realtà. La ricerca del giovane adatto per il ruolo di Tadzio impegnò il regista per lungo tempo, fino a quando incontrò l’attore svedese, definito da Visconti come “ una creatura reale splendida, una proiezione dell’ intelletto“.
Jucci Ugolotti raffigura anche il regista del film “Morte a Venezia“, ossia ”Luchino Visconti“. Egli è rappresentato durante le riprese del film, dunque in età avanzata, come si evince dalla rughe sul viso e dalle  sopracciglia ed i capelli non più scuri.  L’eleganza e lo “charme“ della sua persona sono riflessi anche dall’abbigliamento curato: una sciarpa di seta sbuca dalla stessa camicia, posta sotto ad una giacca; dal taschino sporge un morbido fazzoletto di seta. Visconti tiene tra l’indice e il medio della mano destra una sottile sigaretta, con un gesto lieve e delicato ,dettato dall’ abitudine. Il suo  sguardo è concentrato su qualcosa che si sta svolgendo sotto i suoi occhi, il corrugamento della fronte e la posa bloccata indicano il dispiegarsi dei pensieri della sua mente. L’artista riesce a cogliere, con questa scultura, lo spirito meditativo e l’intelligenza di uno dei maestri del cinema italiano.
Sempre legato al film “ Morte a Venezia“  è il busto di Silvana Mangano, che nel film recita la parte della madre di Tadzio. La Mangano è ritratta con i suntuosi abiti di scena e con il voluminoso cappello, che nasconde parzialmente i capelli castani e mossi. L’artista scolpisce, grazie alle sue doti, un’opera dalle forti vibrazioni luministiche, riuscendo nell’intento di conferire al soggetto  la muta quietezza e l’intensità di sguardo che la contraddistingue. All’interno dell’ esposizione trova rispondenza con quello di un altro artista che ha ritratto lo stesso soggetto ma con costumi di un diverso film: le differenze tra i due busti riguardano la tessitura cromatica e la stesura materica, più spessa e chiaroscurata nell’ opera di Jucci Ugolotti.                      
…Il corpus  di opere di Jucci Ugolotti è assai vario e trova le sue fonti di ispirazione in diverse epoche e moduli stilistici. La sua produzione scultorea vanta una grande vastità e può essere suddivisa in base al materiale con cui le sue opere sono state realizzate. Nel corso degli anni, infatti, l’artista si è dedicata sia a materiali preziosi come il bronzo e il marmo, sia a materie ”povere“, come il gesso e la terracotta. Per quanto riguarda i marmi, questo genere di sculture si presenta in modo radicalmente differente, rispetto alle altre  opere dell’artista. Esse sono infatti caratterizzate da forme geometriche che si intersecano tra loro, creando dei giochi di incastri, dei pieni e dei vuoti del tutto astratti. Esse ricordano da vicino le analoghe sperimentazioni  cubiste, operate da Picasso, Braque e Archipenko, ma anche da alcuni lavori di Raymond Duchamp-Villon , di Jacques Lipchitz e di Brancusi. Tra le curve lisce dei marmi  di Jucci Ugolotti è tuttavia possibile identificare degli elementi che rimandano alla realtà, come in” Torso femminile” (2010) realizzato in marmo rosa del Portogallo; tra le linee disegnate dalla scultura è possibile intravedere delle forme femminili, seppur molto stilizzate. Lo stesso discorso vale anche per sculture come “L’Attesa” (1984 ) e “Forma femminile accovacciata“ (!985), dove all’apparente astrazione delle forme si unisce un velato intento figurativo. La preziosità del marmo e le sue caratteristiche  fisiche rimangono, in ogni caso al centro dell’ interesse dell’artista , che le scolpisce e modella con sicurezza e capacità.
…anche tra le  opere in bronzo ne troviamo alcune che condividono con i marmi la tendenza astraente ed altre invece, essenzialmente di stampo figurativo...
Altrettanto dinamica è la produzione grafica dell’ artista, che consta di disegni realizzati anche con tecniche miste. Questi si configurano, generalmente, come degli studi per opere da realizzare in scultura: tuttavia se presi in modo isolato rappresentano opere a se stanti. Ad esempio,”Studio di nudo“  (1988) unisce all’incisività stigmatizzata dai segni la rotondità e la morbidezza delle linee che modellano il soggetto… L’uso peculiare del colore, steso attraverso veloci segni  verticali e obliqui, dona ai contorni della figura una profondità illusionistica ed una vivacità fortemente espressiva.
Le opere di Jucci Ugolotti, dunque, si diversificano a seconda dei materiali utilizzati, ma mantengono comunque quell’unità stilistica che è propria di chi possiede una profonda consapevolezza dei fini e degli scopi a cui il proprio lavoro mira. La mirabile qualità tecnica delle opere dell’artista è solo uno dei numerosi elementi che possiamo individuare nei suoi lavori: essa ci spinge ad esplorare strati e significati più profondi celati tra le luci e le ombre proiettati nella sua scultura...

                                                               Arianna Fantuzzi - Editoriale Giorgio Mondadori - Sweet Death
                                                             Catalogo del padiglione Guatemala 56° Biennale d'Arte - Venezia

 

 

….Conosco Jucci Ugolotti da qualche anno e lo dico come premessa ad un mio piccolo intervento, per metter ne in luce l’ iter e, sperando di esserne capace, la qualità di un’artista  o meglio di una seria professionista. Debbo certamente dire, che oltre alla qualità indubbia del comportamento formale, senza mai rinunciare alla Sua schiettezza (virtù di pochi), a lei si sposa un’arte che va oltre il concetto dell’usuale o dell’ accezione abusata di figurativo o astratto che si voglia, nelle sue opere ma soprattutto nel suo lavoro sono contenuti i tratti  di ricerche, fatte sue, che partono da lontano... personaggio riflessivo non esaspera mai la sua attività, concedendosi le necessarie pause di verifica come stati di avanzamento... in pochi credo conoscano il concetto e l’effetto della tridimensionalità come Lei riesce ad esprimere nei suoi bozzetti, ove si avvertono le anticipazioni alla scultura, con l’essenzialità del  tratto e con i suoi giochi chiaroscurali. Ora si presenta nell’attualità delle sue ricerche tra fusioni sorprendenti di torsi abbozzati in patine esaltanti e figure di amanti digitate in amplessi cortesi e sensuali. Ogni scultura è una natività, ideata, sofferta, realizzata con i principi del togliere o aggiungere che lasciano memorie indelebili, piegare la materia o plasmarla alla tua volontà significa dare forma ad una creatura che per forza senti tua.
Niente è ripetitivo ma tutto si gradua nella ricerca e con quella abilità manuale che la distingue tra i molti. Credo che la sua caratteristica sia di ordine culturale ad abbraccia un’ideazione incredibile fino alla definizione dell’ opera, quando il gesto e la linea del suo lavoro si delineano nelle forme da Lei volute, magari anche incompiute o poco rifinite, allora si capisce  che la meta è raggiunta, si va oltre il concetto…. è vera scultura .

                                                                 Claudio Giannini - “L’artista allo specchio“ - Ed. Caleidoscopio 2016

 

La poetica scultura di Jucci Ugolotti reca in sé non pochi sia a livello estetico  sia  di contenuto ,portatori entrambi di intime emozioni. Fa piacere, innanzitutto, scoprire l’esistenza di un’ artista quanto mai capace nel proseguire la tradizione antica della manipolazione della terracotta ai fini del costrutto plastico.
L’artista da tanti anni sperimenta le varie tecniche scultoree utilizzando vari materiali, ma focalizzandosi ultimamente sulla terracotta. Si deve darle atto di averla affrontata tramite una mirabile capacità elaborativa. Le sue mani sono abili esecutrici al servizio della creatività. Scultrice dotata di innegabili capacità artistiche, perfetta modellatrice della materia ed eccelsa rappresentante della scultura figurativa, realizza creazioni in terracotta capaci di trasmettere a chi le osserva suggestioni profonde. Un‘ispirazione che giunge ad una forma assoluta di grande ricerca estetica, un dialogo intenso con il mondo circostante…
                                                           

Paolo  Levi - Primo trofeo internazionale 2016

 


…varia i temi e gli obbiettivi di rappresentazione, l’artista Jucci Ugolotti, capace nella tecnica e nella cristallizzazione di una gestualità particolarmente efficace nelle arti  plastiche: le opere dedicate a Madre Teresa di Calcutta e a Giovanni Paolo II, ci riportano, nell’espressione e nell’atteggiamento, tutta l’assenza di tempo e l’orizzonte eterno che caratterizzava i due santi…

                                                             Giammarco Puntelli - L‘Eternità nell’Arte - Ed. Mondadori 2016

 

 

La poetica scultura di Jucci Ugolotti reca in sé non pochi meriti sia  a livello estetico sia di contenuto, portatori entrambi d’intime emozioni. Fa piacere, innanzi tutto, scoprire l’esistenza di un’artista quanto mai capace nel proseguire  la tradizione antica  della manipolazione  della manipolazione della terracotta  ai fini del costrutto plastico. L’artista da tanti anni sperimenta le varie tecniche scultoree utilizzando  diversi materiali, ma focalizzandosi ultimamente sulla terracotta. Si deve darle atto di averla affrontata  tramite una mirabile capacità elaborativa. Le sue mani sono abili esecutrici al servizio della creatività. Scultrice dotata d‘innegabili capacità artistiche, perfetta modellatrice della materia  ed eccelsa rappresentante della scultura figurativa, realizza creazioni in terracotta capaci di trasmettere a chi le osserva  suggestioni  profonde. Un’ispirazione che giunge ad una forma assoluta di grande ricerca estetica, un dialogo intenso con il mondo circostante.

                                               Paolo Levi - Luglio 2016 - Palermo

 

 

Artista parmense, già allieva di Alik Cavaliere e Marino Marini, Jucci Ugolotti, vanta una carriera straordinaria nel mondo  dell’arte. Nel 1993 viene nominata dal Ministero dei Beni  Culturali, ”Accademico di Belle Arti“ per gli alti meriti. A. Jucci Ugolotti ha creato il Museo di Scultura nel Palazzo Ducale di Sala Baganza (Parma). Nel 2015 è stata una degli artisti presenti alla Biennale di Venezia. Le sue opere scultoree  apprezzate dal  grande pubblico e dalla critica, sono parte di collezioni pubbliche e private. Nel 2015 Le sue opere sono andate in mostra a Berlino.

La realtà viene interpretata confrontandosi  direttamente all’insegna di una gestualità e di una conoscenza  tecnica assoluta. Il suo  espressionismo trapela da un fermento di ricerca continuo, che non disdegna il confronto con materie primordiali e diversificate come l'argilla e il gesso. I materiali sono sempre uniti da una ricerca da accostare all’arte classica. La padronanza del suo  linguaggio è fra l’altro una connotazione della capacità di lavorare con grandi dimensioni. La finalità di molti suoi soggetti è proprio quella di arrivare alla proposizione dell'opera da  destinare ad un luogo specifico e studiato. Per questa sua metodologia molto attenta e costante, la risposta è evidentemente in linea con la grande tradizione.


                                 Catalogo dell’Arte moderna N° 52  Mondadori  Editore - Milano 2016

 

 

In questa superba realizzazione in bronzo (Donna in tensione - bozzetto), si ha la conferma della capacità dell'autrice di conciliare la primaria intuizione figurativa con la serietà dell’esecuzione. Il risultato d’ambito estetico rivela la colta attenzione nei confronti della coinvolgente corporeità  femminile.

P. Levi

 

 

Si avverte nella ricerca plastica di questa immaginifica artista, la necessità di rivelare la propria estetica formale, tramite  un costrutto figurale con tensione d’ambito espressionista.

S. Bison

 

 

Jucci Ugolotti ha le spalle forti. Se le è formate in una palestra eccellenti, a Brera, lontano, quindi, dalla sua Parma, dove sarebbe però tornata, seguendo la scia di scultori  di primo livello quali Alik Cavaliere e Marino Marini. Da loro impara, oltre a un solido indiscutibile mestiere, anche a coltivare la libertà mentale all'origine di un certo modo di confrontarsi con la materia scultorea, duttile e mobilissima, potenzialmente aperta a qualunque avventura espressiva , quando sorretta da sufficiente fonte d’ispirazione, in nome della poesia. Non c’è una sola ricerca, un solo stile, nella Ugolotti, ma tante ricerche e tanti stili. quanti  sono gli spunti di liricità che le occasioni e la materia, sia essa terra, cruda, dipinta o cotta, pietra o metallo, offrono volta per volta all’artista. Così con fare apparentemente  camaleontico, la Ugolotti può palesarsi come neocubista (l’Attesa per piazza della Pace a Sala Baganza, Cariatide) espressionista sintetica e visionaria (il Monumento a Padre Lino a Parma, Lionella d’Este, Madre Teresa), neoumanista alla Moore(Piccola Sfinge, Gigantessa), neo-simbolista alla Wildt (madonna della Donazione)intensa esistenzialista (nei nudi smozzicati delle Figure e del Grande Torso)verista, (nell'Uomo padano e Giuseppe Zannoni) purista figurativa (Elisa e Margherita) e (il piatto in Ceramica di Rocca Sanvitale) Scapigliata (Carlo Savi) primitivista etruscheggiante (Mater Matuta) o alla Martini (Il Bacio, Proposte) gustosa caratterista (Giuseppina Allegri Tassoni) e bozzettista neo barocca, un po'alla Leoncillo (Marina in posa, Erinni) perfino epigona del Decadentismo (Leggio di Don Mori e Monumento agli  Alpini di Trecasali). 
Si potrebbe continuare all'infinito, e con poco costrutto, se non si capisse che alla base di tanta mimetica poliedricità vi è un’assoluta  coerenza  interiore che fa essere la Ugolotti sempre  sé stessa, ogni qual volta si manifesta espressivamente in maniera diversa, cosciente del fatto che ogni  situazione, materiale e spirituale, meriti una soluzione ad “ad hoc“poco curandosi di sostenere l'uniformità di una cifra che nel suo caso è tale proprio nel momento in cui rinuncia ad averne una fissa.
La scultura prima di tutto, come in un grande abbraccio.        

                                                                                                                                                  
                                                         Vittorio Sgarbi - 2016

 

 

Jucci Ugolotti, attinge alle sue conoscenze e alla sua manualità, per consegnarci, tramite  l’arte scultorea, ricordi ancestrali e architetture primordiali, che  instaurano  un’armonia di proporzioni ed equilibri, nella declinazione bilanciata e proporzionata delle loro costanti e varianti e nella metafora combinata di equazioni, tra regole e teoremi gravitazionali. Le sue  sculture una forma plastica continua, attraverso un susseguirsi di masse e  volumi e realizzano una commistione di elementi e componenti  strutturali, sempre in perfetta sintonia di assemblamento. Le opere sviluppano un senso dinamico di leggerezza, pur essendo realizzate con  materiale pesante e consistente. Esse spiccano sul piano del concetto e del contenuto, oltre che della forma, definiscono una spazialità fluida e aperta all’interazione con lo spettatore e dilatano il rapporto con spazio-tempo. Nel concepimento ideativo e progettuale e nel procedimento  esecutivo, si rivela la coesistenza  di una sintesi di esperienze antiche e moderne.


                                            Elena Gollini - 2016 Rio Art Olimpiadi

 

 

Jucci Ugolotti è  una scultrice dal Poliedrico e camaleontico estro creativo, con un talento vulcanico e trasformista, che trasferisce nel suo fare arte sensazioni interne, gestualità che si fondono in simbiosi con la materia lavorata, alla ricerca della tensione vitale della forma, dell'evolversi dalla dimensione informe di un significato profondo. Ogni opera racchiude in se una fase sperimentale, svolta a 360° gradi per verificare la corretta relazione, tra la centralità del materiale utilizzato e un'attenta e mirata comunicativa del manufatto finale, intendendo questo come un approccio  antropologico dei processi di relazione tra l’opera e il fruitore.  Emergono la duttilità e la versatilità nell'inventare forme scultoree inedite e di particolare originalità, pur restando nel solco tracciato della tradizione, segnale questo di grande padronanza del gesto sulla materia e di un'identità artistica matura e indipendente. La resa plastica è di grande effetto, incisiva ed estremamente  ricercata e raffinata. Le Sculture riecheggiano di simbologie esistenziali e nella loro artistica  sobria essenzialità, individuano una perfetta coerenza strutturale e compositiva  e possiedono un senso di contemporaneità artistica  mai esagerato e fuori misura, ma sempre inserito dentro schemi linguistici  e semantici garbati e ponderati, all’insegna di uno stile, che trascende dalla materia e tende a sollecitare lo spirito.

 

                                                   Elena Gollini  - Pro Biennale 2016 Venezia

 


La pregnante rievocazione figurativa tramite l’arte scultorea  e la collocazione delle composizioni  creative, nel rapporto di relazione con il contesto e l’ambiente circostante,  sono una motivazione di consistente impegno nell’operato artistico di Jucci Ugolotti, che si cimenta estraendo  dalla materia scultorea  le immagini suggeritole dal proprio estro innato e dal fervido spirito d‘inventiva.  Nelle sculture, ella realizza il suo microcosmo reale e fantastico del mondo e della sua visione e proiezione esistenziale, arricchendole di contenuti  sostanziali  di intensa valenza simbolista, metaforica e di significati allusivi e subliminali. L’operato artistico di Jucci Ugolotti, nella sua articolata e sfaccettata interpretazione, è come lo specchio riflesso di un lavoro meticoloso e certosino che si traduce nella sua esperienza e maturazione esistenziale. Jucci. Ugolotti lancia uno sguardo alla tradizione passata e antica e, al contempo si rivolge alle storie delle idee della moderna concezione di plasticità, attingendo fonti e spunti d'ispirazione che vengono poi filtrati dal suo eclettico e poliedrico intuito progettuale e vengono personalizzati con caratteri e aspetti distintivi peculiari. La fisicità materica delle sculture  acquista una sorta di “dimensione mitica“ dall'impronta arcaica, dove i rapporti compositivi e le strutture narrative assumono una formula  espressiva d’insieme armoniosa e contengono e custodiscono importanti messaggi che superano la pura visione estetica. L’artista guida e canalizza la materia, nel suo formarsi e forgiarsi, in immagini e raffigurazioni, le direzioni  verticali e orizzontali, che si definiscono nello spazio, perfezionano e completano la coreografia scenica. La struttura è fortemente espressiva e si manifesta come emozione intima, pathos esistenziale, originalità rappresentativa e assolutezza del linguaggio plastico di efficace resa. Per lei, l’atto scultoreo costituisce un coinvolgente momento di raccoglimento interiore e di abbandono emotivo. Le sculture di Jucci Ugolotti, sono una “testimonianza parlante“ di un passato e di un vissuto,   che viene rievocato attraverso esse.Custodiscono al loro interno e si portano dentro un allure speciale di mistero, quasi indecifrabile  e impenetrabile e possiedono un cuore pulsante e un'anima vibrante. Durante la fase di elaborazione, la Ugolotti inventa e sperimenta  nuove situazioni plastiche, nuovi equilibri strutturali e nuove pulsioni e vibrazioni energetiche. I lavori spostano e  indirizzano l‘attenzione del fruitore verso l’evoluzione e il divenire esistenziale e sprigionano un’energia che si propaga intorno ad esse. L'azione vitale della creazione artistica  implica e presuppone un atteggiamento fiducioso e di amore verso la vita. Per lei, l’incalzante stimolo di creatività è l’elemento essenziale della sua poetica e si rivela sorretto da una spiccata intuizione istintiva. Ella realizza opere con una particolare morfologia semantica, atipica e non consueta, che si rigenera e si rivitalizza alla luce di una spiritualità ancestrale e ci riporta alle sorgenti stesse della vita.


         
                                                  Elena Gollini - Spoleto Arte incontra Venezia - 2015

 

 

La vena creativa di Jucci Ugolotti è ampia e ben nota. La passionale ‘’Amanti ‘’è un omaggio chissà quanto intenzionale, allo scultore per eccellenza Auguste  Rodin. Come ho detto altrove, la citazione ha senso soltanto quando è un vero tradimento. Ed è strano come una scultrice a suo modo classicista mi riporti alla mente un'opera del più dissacratore degli ingegni del XX secolo: Marcel Duchamp. Ma accade e così questa piccola terracotta mi ricorda ‘’Morceaux  choisis  d’apres  Rodin''del  gennaio 1968. L‘erotismo, è proprio il caso di dirlo, palpabile, audace e materico. La materia ruvida e sensuale consente questo commercio carnale con l'artista che, da par suo, non si esime dal suo compito di tramite naturale tra l'universo e i suoi sprovveduti e affamati spettatori…


                                                 Mauro Carrera - Suzzara 2009

 

 

…Il lavoro preparatorio all’esecuzione del monumento a  Padre Lino Maupas  opera della stessa scultrice  che lo ha restaurato in occasione del novantesimo anniversario della scomparsa.
La statua bronzea, raffigurante la figura del francescano nelle forme di un vento di Carità è stata infatti risarcita degli atti vandalici subìti.
Nelle sale della Rocca Sanvitale, poi, che ospitano la donazione della scultrice al Comune di Sala Baganza, la mostra restituisce in forma narrativa la ricerca sulla figura del religioso  dell’artista parmense, dimostrando nuovamente il suo valore nella scultura italiana contemporanea.
Il racconto si snoda sul doppio registro figurativo delle prove plastiche e delle indagini grafiche sul volto, contrapponendo la sfilata dei bozzetti alla sequenza dei disegni. Le prime tendono alla ricerca dei volumi e delle posture per la statua, le seconde invece proiettate all’individuazione di un’identità che, col trascorrere del tempo, trascolora tra la storia e il mito, restituendo infine, oltre ogni ipotetica silloge, nella verità dell’arte, l’attualità e l’urgenza del messaggio del Padre…


                               Stefano Cusatelli - Gazzetta di Parma 21 maggio 2014

 

 

...La  coppia è prova ulteriore di un modellato sapiente.
Qui il monocromatismo naturale della materia si arricchisce nelle ombre e nella luminosità degli incavi e delle protuberanze. Nella composizione appaiono due corpi uniti in un’unica massa plastica, fusi insieme si direbbe, più che in un abbraccio, in una surreale e ironica ibridazione…


                                                        Paolo Levi - Palermo 2014

 

 

La colta espressività di questa scultrice si rivela in una materia terrosa arricchita di patine di suadente cromia.
Essendo artista di tradizione, non lascia al caso nessun particolare delle sue rivelazioni plastiche, dove tutto è misurato e armonioso in un costrutto sapiente e ricco di stimoli visivi, come in questo  suadente e persuasivo ritratto di Anna…


                                                      Paolo Levi - Palermo 2014  “I Protagonisti dell'Arte”  EA Ed.

 

 

Le opere di Jucci Ugolotti presentano un dinamismo plastico di coinvolgente impatto emotivo. In  queste sculture, i profili umani  sono solamente suggeriti, sussurrati  dalla forma che allude ma non svela mai completamente.
La terracotta  segue l'incisività creativa dell'artista che, nella fittile duttilità della materia, sintetizza  figure cariche di tensione drammatica, colte in slanci o torsioni, atteggiamenti  dettati da un moto interiore.
Per questo i  profili non si fissano mai con determinatezza ma sono i modellati in un continuo alternarsi di pieni e vuoti, di luci e di ombre, come se abitasse il soggetto un inafferrabile flusso di energia che non può conciliarsi con la staticità.
Jucci Ugolotti procede nella sua ricerca indagando le potenzialità dell'umile terra, che accoglie le sue riflessioni plastiche riuscendo a rendere con efficace definizione dei volumi i più reconditi sussulti dell'animo.


                                        Paolo Levi  -  Catalogo degli Scultori italiani  2011-2012 Ed. Mondadori

 

 

Con la padronanza di un linguaggio che in ogni modo le permette di dialogare con la realtà, si esprime con molta gestualità e con una tecnica perfetta, all’insegna della ricerca di grandi fermenti  espressivi. La sua attenta lettura della storia e del contemporaneo, ne ha favorito una produzione in cui soprattutto la fusione finale, spesso bronzea, le permette di cogliere forme ed espressività del tutto consone alla sua formazione. Non disdegna, anzi utilizza con facilità l'argilla ed il gesso, che sono tramite per rappresentare velocemente figure e per verificarne l’attendibilità. Le sue idee, sono alla fine proposte per la monumentalità delle sue sculture che la vedono attenta protagonista.

 

                                      Mario Guderzo - Catalogo dell’Arte Moderna - 2014 ED. Mondadori n.50

 

 

..Jucci Ugolotti, per cui lo storico dell’arte Paolo Levi ha scritto che la sagacia e l'eclettismo di questa scultrice vanno valutati proprio dalla formale, ma aggiungerei  che siamo comunque di fronte a una personalità netta, ad un’artista che ha superato la propria sempre positiva istintività, approdando alla sfera della ”coscienziosità“, giusti i concetti  secondo i quali “artisti si diventa  per un possesso intellettivo”: la costruzione delle sue non è, infatti, che la concatenazione dell’idea con la realtà…


                           Lodovico Gierut - Visioni del reale, Pietrasanta 2014
 

 

 

...Ammiro di nuovo Jucci Ugolotti (ne ho scritto in passato come di altri) per la monumentalità della scultura  si da collocarla accanto a certi Maestri del trascorso  dato che in lei esiste una equilibrata unione tra tradizione e attualità: semplici ed essenziali mi appaiono i suoi pastelli che  chiama” studi “, ma che  sono di per sé opere compiute..

 

                        Lodovico Gierut - L’ambiente nell’arte - Firenze 2014

 

 

La tendenza espressiva, presente in scultura, in diverse epoche storiche, si  è manifestata attraverso l’indagine dei  gesti e delle espressioni delle figure rappresentate. Sviluppatosi  soprattutto nel  Novecento, questa tendenza si distacca dai canoni classici di bellezza, determinando la rappresentazione della realtà in maniera più soggettiva.
La rielaborazione delle forme aventi come soggetto la figura umana, è una delle caratteristiche delle opere dell'artista Jucci Ugolotti, tanto che lei stessa dichiarerà in  occasione di una sua mostra. “Studiata, smontata e ricomposta in mille modi e tecniche è la figura umana, dalla quale la mia  arte si ispira da sempre”.
La scultura di Jucci Ugolotti identifica un’icastica espressività  nell’invenzione plastica dei soggetti, portavoce di una realtà che dimostra una grande abilità artistica oltre che una ricca conoscenza dei materiali.
Le sue prime opere in bronzo sono decisamente ancorate all'immaginario in quanto si delineano forme compatte, a tratti fluide, che svelano corpi in posizioni orizzontali, distesi, sdraiati, dai quali si evincono elementi  femminili.Lo studio del corpo riflette il primitivo in cui la femminilità si arricchisce di tutti i significati più remoti, più immanenti e misteriosi come accade nelle opere di Henry Moore che amava ispirarsi al corpo umano.  In entrambi ritroviamo la rappresentazione di corpi deformati  ricchi di dinamismo e vitalità. La scultura di Jucci Ugolotti si differenzia da quella di Moore per la sua “disinvoltura e leggerezza” esecutiva.Le superfici bronzee non  levigate in alcuni punti rendono questa produzione del tutto singolare.Le opere(più tarde)in marmo invece, si presentano come masse pietrificate, levigate con accenno di purismo geometrico attraverso le quali vi è una continua ricerca del corpo. Di estrema curiosità sono le sculture in terracotta dipinta di rimando alla produzione antica di maschere etrusche ma con una attitudine improntata alla realtà in quanto la scultura, in questo caso, è utilizzata come mezzo ritrattistico.
L’incontro tra pittura e scultura genera opere rivestite da luce  e colori neutri  finalizzate a mettere in risalto la personalità e la psicologia dei protagonisti, basti pensare ai  ritratti come “Ritratto di Signora” in ricordo della storica d'arte Giuseppina Allegri Tassoni  in cui predomina un sorriso attento e  carismatico, o al ritratto di “Madre Teresa “, avvolta dalla tradizionale veste indossata dalle donne indiane, in cui risalta il viso segnato della donna e l’espressione compassionevole.
Numerosa è invece  la produzione in terracotta naturale, avvolgente nei colori e connotata dalle più disparate  forme che nascondono  ora corpi di amanti, ora gesti amorosi  fino a trattare il tema della maternità come inno alla gioia.
L'acme della sua produzione è massima nell'opera “Figura sacrificale” che racchiude  tutte le abilità artistiche dell’autrice la quale magistralmente ha combinato vari materiali: terracotta, ferro, legno e seta. In quest’opera la figura femminile denota la sofferenza  umana, di richiamo alla nota storia del personaggio greco Ifigenia. La purezza della veste bianca, quasi paradisiaca si contrappone al viso in parte coperto, che prefigura un supplizio, nel quale la donna a testa bassa dimostra un senso di rassegnazione. Jucci Ugolotti è un'artista che negli anni si è anche dedicata alla tutela  del  patrimonio cittadino, come testimoniano una serie di  interventi  posti in essere  dalla medesima per un recupero scultoreo di opere monumentali in rame, marmo, bronzo o per la realizzazione di opere pubbliche di grandi dimensioni, soprattutto nel territorio parmense.  Facendo esperienze  di restauro  e riproduzioni  su calco, ha realizzato  moltissime opere “Ercole e Anteo“ di T. Vanderstuch, il ciclo marmoreo  del Giardino Ducale di Parma  di G. B. Boudard  con la realizzazione del “Vaso a testa d’Ariete“, della “Venere nascente dalle acque“ e “dell’Apollo Citaredo”.
Jucci Ugolotti porta con sé la memoria di un passato e di un sentire  antichissimo. L’irresistibile desiderio di contatto fisico con la materia rende le sue opere vive. L’equilibrio formale, sia nelle terre che nei bronzi, nasce da una passione che si  concretizza in esperienze materiche, radici della sua scintilla creativa. E'una ricerca di volumi di dinamismo vibrante che si traducono in un linguaggio plastico frutto di abilità mature, perfettamente coerenti con la concezione dell'artista.

                            

  Annalisa Fanti  -  Roma (Triennale) 2014

 

 

..Scolpire significa sentire con la mente, con le mani, con il cuore  la materia. Capirne l'energia la potenza espressiva e renderla fruibile allo spettatore.  Jucci Ugolotti  lo sa fare per sua natura, per talento, per la ricerca artistica durata anni. Le sue forme attingono dal reale per vibrare all'unisono verso la conoscenza di nuovi e formidabili canoni plastici che diventano comprensione e compendio di correnti artistiche passate. Sono  esse che hanno  parlato all’istinto del fruitore, sono esse che faranno ricordare all’umanità intera che l’arte e l’innovazione sono  anch’esse spunto di progresso sociale e culturale. La produzione artistica di Jucci Ugolotti diviene anche testimonianza del vivere quotidiano, è una fedele confessione dell'artista che porta con sé profonde emozioni e sente il bisogno di comunicarle al mondo che ne rimane piacevolmente attratto. Un talento innato quello  della nostra  brava  artista che plasma la materia e la porta a nuova luce…

                         

   Josè Van Roy Dali - Effetto  Arte 2014

 

 

Con la padronanza di un linguaggio che in ogni modo le permette di dialogare con la realtà, si esprime con molta gestualità e con una tecnica perfetta, all’insegna alla ricerca di grandi  fermenti espressivi. La sua attenta lettura della storia e del contemporaneo, ne  ha favorito una produzione in cui  soprattutto la fusione  finale, spesso bronzea, le permette di  cogliere forme ed espressività del tutto consone alla sua formazione. Non disdegna, anzi, utilizza con facilità l’argilla ed il gesso, che sono tramite per rappresenta re velocemente figure e per verificarne l'attendibilità. Le sue idee sono alla fine, proposte per la monumentalità delle sue sculture che la vedono attenta protagonista.

                 

    Catalogo Mondadori  dell’Arte Moderna - Arte Plastica N. 50

 

 

L’artista nel formulare il progetto per una scultura distesa sembra concentrarsi sulla titanica caduta di un colosso. Infatti quasi a voler resocontare la scomposizione dell’Helios di Rodi ella fissa in una geometrica serie di cubi gli eventuali punti di frazione del simulacro. Il risultato pertanto la accosta  a  quelle procedure  seguite in Italia  nel periodo futurista da Sironi  il quale, nei suoi disegni preparatori, univa la perfezione progettuale in fieri ad una estensione modernista cosciente della macchina, dell’ingranaggio, del meccanismo. Raramente i bozzetti superano l’esito risultante della grande opera finita ma in tal caso è possibile affermare l’equipollente  parità tra il pensiero disegnato e quello plastico attuato…


                                                                            Daniele Radini  Tedeschi - Capri Agosto 2013

 

 

…Jucci Ugolotti esplora il mondo della terza dimensione con sapiente studio e profonda conoscenza della storia dell'arte. La sua “Donna in tensione” è un dialogo continuo con lo spazio in cui si plasmano forme e volumi dall'impianto astratto. Nella preziosità della materia, una fusione in bronzo, si eleva simbolicamente a spirito  la ricerca fisica e formale dell’autrice…     

    
                                                                             Guido Folco - Chicago 2013

 

 

…Non immune  dalla lezione del mondo classico, Jucci Ugolotti svolge la sua ricerca plastica con la tenacia e la esuberante vitalità creativa di chi crede senza riserve nel proprio lavoro procedendo in direzione di una interpretazione che è sempre più incline ad una visione surrealista. La materia plasmata perde la propria inerte immobilità ed attraverso un sapiente gioco di forme e di spazi, di pieni e di vuoti, l’artista riesce a dar vita a dar vita a figure da cui spesso emerge un’interiorità angosciante ed enigmatica, talora inquietante…


                                                                     Umberto Demichelis - Milano 2013

 

                                                    

NOTA CRITICA  - Mostra Grande Expò della ”Sapienza” -  Roma

…La Scultrice Jucci Ugolotti ha una produzione vasta e ampia di soggetti, di tecniche e di materiali; transitando da un figurativo puro Ella giunge sino ai lidi di una contemporaneità in cui si dissolvono le forme e si amplifica la potenza materica.
Ella è un raro esempio di magistrale bravura, capace di accostarsi all’astrazione senza mai aderirvi…

 

Daniele Radini Tedeschi - Roma, Novembre 2012

 

 

Jucci Ugolotti crea figure di grande suggestione visiva manipolando l’argilla, che è elemento duttile di immediata rispondenza prima della cottura, ma che non concede errori, dato che la sua trasformazione in terracotta  è un passaggio delicatissimo e rischioso, passibile quindi render vana tutta la procedura creativa ;   e quando l’opera esce dal forno può essere  ritoccata sulla superficie solo con velature di colore, ma non nella sua struttura, che comunque ha subito un trauma, e di cui solo una mano molto esperta può preordinare un effetto finale. La sagacia e l'eclettismo di questa scultrice vanno comunque valutati proprio dalla sicurezza formale dei sui lavori, che pur definendosi  nell’ambito figurale del riconoscibile, possono passare dal realismo a tutto tondo della ritrattistica, alla rielaborazione espressionistica e dinamica di masse corporee stilizzate in pochissimi tratti e psicologicamente approfondite nelle posture e nei gesti.
…Appartiene a  una figurazione di taglio rigorosamente classico e a grandezza naturale, il bel “Ritratto di Silvana”: in questo caso  è da sottolineare il gioco dei toni cromatici, che segna il contrasto fra la pelle del viso e del busto, la cui tinta naturale terracotta conferisce riflessi e morbidezze solari, e la sostanza ben più asciutta e fredda della veste estiva sui seni  e sulle spalle; tuttavia  l'intenzionalità della  mimesi  lascia spazio a una seconda lettura, a una interpretazione soggettiva da parte dell'autrice che sottolinea la vaghezza dello sguardo della sua modella  con l’artificio di un grande fiore di stoffa sulla sua spalla, stabilendolo come punto focale della narrazione visiva
Di ben diversa  e sorprendente struttura è ‘Il riposo della modella” che in piccole dimensioni  ma di innegabile potenza espressiva, delinea un corpo femminile nudo e disteso bocconi, a braccia conserte, con la testa appoggiata a  una mano, i polpacci piegati verso l’alto. La rilevazione delle forme anatomiche  e della postura non è affatto immediata, apparendo addirittura come una esercitazione post cubista; in realtà  la deformazione espressionistica di questa figura è resa dall’esasperazione  o dalla sottrazione dei singoli tratti, per cui le gambe molto rilevate, mentre il viso  appare rimpicciolito e semplificato in un grezzo ovale. Il colore della terracotta accende il corpo di calda sensualità, soprattutto dove si distende sulla superficie  di una gamba molto tornita.
 L’attenzione al post cubismo  appartiene evidentemente alla cultura della scultrice, come ben lo dimostra la bizzarra massa plastica di “Yoga” benché  anche qui prevalga un intento espressionistico  venato di sottile  ironia: in un’immobile contorsione la figura femminile si spezza nei blocchi geometricamente definiti e separati del torso, delle braccia, dei seni e dei piedi  abnormi, costringendo l'osservatore a fare uno sforzo di fantasia per ricostruirne l’interezza.
…Dolce e struggente appare invece “Il latte” che è figura materna con bambino, esplicitata in un’intimità raccolta, e in un sapiente gioco di linee curve, quelle delle braccia della madre, e quelle del bambino che si attacca al seno. Qui il modellato mira alla massima resa plastica e a un'espressività serenamente composta, rivelando una vocazione poetica che si esprime senza retorica in un tema fra i più esplorati dalla storia dell’arte.
Preziosa ed emozionante è la minuscola composizione di due “Figure abbracciate, che unisce indissolubilmente in un solo blocco compatto, con pochissimi tratti rilevati, due corpi inginocchiati e uniti in un bacio.


                                                                     Paolo Levi - Torino 2011

 

 

La scultura di Jucci  Ugolotti  è connotata da una forte intensità espressiva, arricchita dall'attenzione che pone nell’indagare psicologicamente il soggetto ritratto. Il volto della “Testa di frate” è rafforzato nella sua efficacia da interventi pittorici:tinte naturali  per l’incarnato e un azzurro vivo per  gli occhi incavati nel volto, che fissano l’osservatore con uno sguardo pieno di malinconia.
Grazie alla duttilità del gesso, la scultrice propone una scabra interpretazione ritrattistica, accennandone alcuni aspetti della fisionomia, e lasciandone altri appena accennati. La sua mano scava e modella guidata da un impulso emotivo, insistendo sulle guance e sulla fronte, rendendo tangibile il logorio prodotto dal tempo e dalla fatica. Il suo talento dà vita alla fredda materia conferendole un'anima, e attirando l’attenzione sul monologare segreto di una spiritualità ascetica e contemplativa.


                                                                      Paolo Levi - Palermo 2010

 

 

Gli esempi trascorsi di Marino Marini, Arturo Martini…sono eloquenti nella caratteristica della parmense Jucci Ugolotti, il cui versatile linguaggio è precisato con una costruzione “equilibrata e allusiva “in cui non esiste orpello, in quanto ogni opera dice della sua partecipazione emotiva.  M. Dall’Acqua si è opportunamente soffermato sulla di lei “sensibilità dello scoprire”, e del fatto che il linguaggio è alto mettendosi in” empatia col personaggio “e  liberandosi del rispetto realistico del soggetto.
Ne fa fede l’intero percorso, dal  “Monumento a Padre Lino Maupas” a quello  alle “Penne  nere  d’Italia”(1996 e 2006), ma non possiamo ovviamente tralasciare una  ritrattistica scultorea d’ogni dimensione, spesso dipinta,   ben degna della continua collocazione in collezioni di pregio, in quanto possiede il dono di un'autonomia espressiva che dall'interiorità si immette sempre in ciò che sceglie di raffigurare.  Il bronzo “Aquila in atterraggio” o la terracotta “Il bacio”, pur sembrando in antitesi, sono poi perfettamente in linea con una sua visione rigorosamente espressiva e coerente.
                                                          

Lodovico Gierut - Pietrasanta 2010

 

 

…”La passione volta al controllo dei molteplici idilli situazionali  concepiti con gaudio, mostra come la struttura scultorea realizzata dalla brava scultrice Jucci Ugolotti diviene conquista esemplare per la storia dell’arte contemporanea ; in un solido riscontro tecnico e altamente espressivo  si recepiscono come gli stadi emotivi dell'artista, diventino le reattive istanze cromatiche e belle nell'insieme del ricordo al fine di evolver in esso l'entusiasmo della libertà e la comprensione del momento vissuto.


                                                     Flavio De Gregorio - Alessandria  2013

 

 

…Sculture di fertile creatività dalla forte carica narrativa.Ogni formula figurativa  e astratta, mostra l'accurata selezione del soggetto, con equilibrio nella fusione degli elementi, in simbolica armonia e movimenti  gestuali…
                                              

Jean Charles Spinà - Nizza, Montecarlo 2013

 

 

…Di forte impatto, ”Il Ritratto di Signora” realizzato da Jucci Ugolotti, è dedicato alla storica dell’arte Giuseppina Allegri Tassoni(1900-1996), riferimento culturale della città di Parma per circa un cinquantennio. La scultura in terracotta dipinta ha tratti  profondamente definiti e realistici, che evidenziano la personalità del soggetto nel rigore formale della posa, nel monumentale  impianto  plastico che trasmette dignità e forza…
                                                   

     Guido Folco - Firenze 2013

 

 

…Nel ‘900, ormai il secolo scorso, la scultura, arte monumentale per eccellenza ha visto mutare radicalmente le sue ragioni di produzione.  Le forme celebrative tradizionali, attraversate le tempeste ideologiche e giunte alle loro eclissi, hanno lasciato spazio ad astrazioni plastiche, vicine ad espressività di tipo architettonico, o all’applicazione oggi prevalente dell'installazione, dove alla contemplazione estatica si è sostituita un’osservazione attiva del fenomeno artistico “in  feri”. Il campo della tradizione figurativa che Jucci Ugolotti da sempre  percorre dal suo palazzo di famiglia nella campagna parmense, si è dunque molto ridotto e così  questa collocazione è un evento affatto eccezionale. “L’Attesa” fa parte della sua produzione scultorea  più monumentale, non nel senso tradizionalista della retorica  e della grande dimensione , ma in quello tradizionale  della testimonianza e celebrazione, nella dimensione “ domestica”, della presenza  e dell'azione umana. Si tratta di opere  che a differenza dei suoi ritratti naturalistici, tesi ad un verismo di figure, personalità  ed esperienze  umane, cercano un dialogo diretto tra i volumi, le superfici materiche  e lo spazio naturale, con libertà di modellazione verso un maggior grado di astrazione  che, superate le aporie della storia , rinnova il senso della figurazione tradizionale con una prova, una rappresentazione ossimorica delle forze , memore del cammino verso la modernità dei futuristi. Così con laboriosità ed impeto femminili e talento di vera scultrice, come nel suo lavoro  giovanile  con Marino Marini e Guido Ballo, a partire dalle figure della fondazione antelamica, Jucci ha preparato negli inverni freddi della sua officina – laboratorio questo frutto  che i vecchi e i nuovi cittadini della Villeggiatura ducale, da ora e nei tempi a venire, nel campo antico della piazza raccoglieranno.
                                               

Stefano Cusatelli - Sala Baganza (Parma) 2010

 

 

La scultrice Jucci Ugolotti possiede un concetto estetico che tiene conto degli insegnamenti dei maestri del passato, come delle principali istanze culturali del nostro tempo. Le diverse tecniche e i materiali utilizzati nelle creazioni  delle sue sculture, testimoniano una personalità complessa, con una profonda formazione artistica e culturale. La materia  scelta per plasmare le forme e i volumi, che spazia dal bronzo alla terracotta è quella che conferisce  la cromia all’opera, solo raramente  la terracotta viene dipinta  per sottolineare i tratti espressivi del soggetto, cosa che conferisce alle forme un fascino particolare, personalizzandole ulteriormente.
Il  risultato finale, maturato con grande volontà, ha una sua precisa identità e per lei un significato esistenziale profondo, in funzione di un Essere  interiore che si fa di volta in volta in volta sempre più evidente.
L’anatomia viene progressivamente interpretata e dissolta seguendo l’ispirazione del momento.
Jucci Ugolotti plasma la materia carpendone i più intimi segreti: è capace di apprezzarne la spazialità e la fisicità. Ella percepisce l’energia  racchiusa in ogni particella trascrivendo, mediante il suo talento, la potenza sostanziale di ognuna di queste.
Un’arte di grande respiro, che è interprete  dell’uomo e del suo mondo.
Un’arte che va a sua volta interpretata per poter essere compresa. Le sculture di Jucci Ugolotti raccontano una storia:storia che si rinnova ogni qualvolta l'osservatore ne fa esperienza e riflette sui messaggi di cui sono portatrici.     

                                              

    Alessandra Alagna - Palermo 2013

 

 

 Un’astrazione scultorea, una sequenza di forme primitive, con richiami classicheggianti, riconduce la sua scultura all’elogio della materia che diviene il tramite espressivo più importante per la creazione delle sue raffigurazioni, alle volte naturali, altre ispirate all’astrazione. Giunge così alla perfetta sintesi degli insegnamenti della tradizione classica  e di temi del quotidiano contemporaneo riconducibili ad un  primitivo  naturale ed assoluto, al senso profondo della realtà…


                                                 Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori - 2013

 

 

…Seguendo da tempo la produzione  artistica di Jucci Ugolotti e ascoltando le sue ragioni nella descrizione e nelle intenzioni, mi sembra di aver avuto il privilegio di approfondire e poterne parlare non solo in quanto artefice di un ciclo di opere di interesse monumentale come l’Attesa, grande scultura che fonde insieme reminiscenze e pienezza plastica della classicità ed innovazione nella essenzialità delle linee. C’è un aspetto interiore, molto femminile, che accosta la “durezza”, nel significato di fatica del lavoro dello scultore, il bisogno di evocare le caratteristiche più alte della femminilità: la pazienza, la fedeltà e l'intuizione, la passione per un luogo che è memoria di vita e di affetti familiari, attorno a cui l, opera si compie.
Quindi non solo la linea morbida del marmo scolpito, i pieni e i vuoti della figura in terracotta, la linea ricurva di un abbraccio che racchiude forme e sentimenti, ma anche l'interferire di una attenzione personale e molto forte dentro le scelte del materiale – che sono scelte principalmente di tradizione padana –e dell'azione, del comporre e del narrare attraverso l’agire.
Sono sentimenti tutti che si compenetrano con gli aspetti formali, forse però più approfonditi e più presenti, per chi segue nel tempo il lavoro di un'artista, per chi ha il “privilegio “ di vederlo all'opera e ne coglie il movimento, la manualità e, in questo caso, l'attenzione forte, possente agli affetti del quotidiano trasformati in affetti comuni a tutti…          

                   
                                                  Stefania Provinciali - Parma 2011

 

 

…Da rilevare soprattutto, la ricchezza inventiva dell'autrice, capace di cogliere  l'essenza  più segreta  del reale  a cui si ispira  quando  realizza le sue opere ; la sua interpretazione  approfondisce psicologicamente  non solo i volti, da cui emergono con chiarezza i tratti caratteriali – esemplare a questo proposito il  felicissimo ritratto di Indro Montanelli  -ma  anche  l'anonimato di figure totemiche assai prossime all'astrazione, come “ l’Inno alla gioia”, che esalta la sollecitudine amorosa di una donna con un neonato in braccio, un misto di orgoglio materno e di istinto di protezione, risolto  in un unico blocco liscio di terracotta,   sbozzato in pochi tratti essenziali, ma di fortissima espressività.
Di grandi dimensioni e di potente richiamo visivo è anche il “Grande Torso”: dalla massa compatta di una terracotta  scabra, su cui ancora si scorgono le tracce della modellatura, emana l'energia primordiale e feconda dea dell'amore, che rimanda a una cultura primitiva, apparendo come un reperto archeologico amputato dal tempo.
Di straordinario interesse sono gli studi preparatori per il monumento a “Padre Lino Maupas”:una grande opera composita, di cui  si possono comprendere  i singoli passaggi, fra i quali il più suggestivo è, a mio avviso, quello intitolato “Il Camminatore” sintesi straordinaria dello spirito francescano, e singolarissima prova di efficacia visiva.
Né vanno tralasciati gli aspetti tecnici delle realizzazioni, ricordando le difficoltà che comportano le procedure connesse alla lavorazione  delle terre da cottura : l'argilla è materia duttile e maneggevole, ma molto rischiosa  e senza possibilità di ripensamenti  la sua trasformazione in terracotta; solo la profonda conoscenza
delle sue potenzialità espressive consente quindi di far corrispondere i risultati finali alle idee creative originarie e, soprattutto, dovrà essere giusta la calibratura del gesto per predisporre il modellato, senza margini di errore, alla sua transizione alchemica in materia rigida.
Di squisita astrazione è l’opera in travertino “L’Attesa”, che risale agli anni Ottanta e che, mostrando una chiara adesione alla lezione del cubismo, lascia intravedere le radici  dell'evoluzione culturale dell’artista per raggiungere quella personale cifra stilistica, che oggi ci appare in tutta la sua inimitabile compiutezza.


                                             Paolo Levi - Torino 2011

 

 

…Jucci Ugolotti  è una scultrice che ha fatto della sua arte una forma creativa di grande espressione estetica nella quale convivono, plasmandosi perfettamente tra di loro  intuizioni ed emozioni.
Con i suoi lavori l’artista parmigiana offre l’espressione estetica della propria interiorità volta al continuo desiderio di trasmettere emozioni. Ama alternare materiali preziosi come il marmo e il bronzo a materie povere quali terracotta e gessi. Una statua è spesso un piccolo frammento di storia  e le sue mani raccontano con magistrale maturità il suo lungo percorso di esplorazione della scultura. Il modellato istintivo e personale è frutto di un approccio intimo e immediato con la materia.
I richiami espressivi dell'opera della Ugolotti hanno alcuni riferimenti all'arte greco-romana, avendone approfondito la conoscenza in età giovanile. evidenti nella raffigurazione della figura umana. Qui l’artista si libera dalla costrizione di fare ritratti perfetti per trovare il modo di animare i tratti del volto in modo realistico, senza però distruggerne la grazia.
A volte  queste  creazioni dell'artista  sono abbozzate, non finite, non levigate, quasi a voler dare un’anima   alla grande tensione emozionale...
                                        

Sergio Rossi - Stefano Valeri - Università “La Sapienza“ Roma

 

 

…La ieraticità che pervade l’opera, realizzata da Jucci Ugolotti, ”Donna Pilastro”, è la caratteristica saliente della stessa Drammatico svolgimento  di una tensione interiore che diviene elemento percepibile ed immediatamente fruibile dallo spettatore. Coinvolto emotivamente, egli ammira l'inventiva  spontanea dell'assemblaggio dei materiali che costituiscono il perno realizzativo dell'operato artistico. Risolto dalla versatilità intrinseca della terracotta, esso perfettamente si sposa con la seta e il legno i quali conferiscono dinamicità al narrato.Ne  equilibrano il valore semantico, impreziosendone la poeticità, rendendo così merito all'estro creativo dell’artista...
                                            

Serena Carlino - Palermo 2013
 

 

...la mostra “Campionesi del III Millennio Comacini e Antelami”.,   si tiene nella antica chiesa di S.Zenone ora sede della Galleria Civica di Campione d’Italia, …
…a una riflessione che se anche, come in questo caso, parte dalla “ Crocefissione dell'Antelami” si estende a ogni tempo, a ogni uomo in una sospensione senza tempo, al limite della contemplazione. Jucci Ugolotti con un “Angelo annunziante” muove l’aria e le forme in un aprirsi dal dolore verso la speranza…


                                          Marzio Dall’Acqua - Parma 2002

 

 

La scultura monumentale è, nel panorama dell'arte un fatto a sé.  …Se guardiamo l'opera “Il mito di Arianna” di Jucci Ugolotti, pensieri diversi e talvolta in contrasto si impongono; la scultura solitaria, occupa uno spazio con disinvoltura  e armonia rispetto all'insieme architettonico, è ben posizionata e la dimensione luminosa che l’avvolge ci invita ad un rapporto più ravvicinato, la scultura per sua natura, una fruizione che  è istintiva e fisica, la materia ci riporta ad una inconscia dimensione archetipa e dunque siamo predisposti per l’incontro.
I simboli ed il luogo fanno il resto: una donna, un gomitolo, l’atteggiamento di attesa, paziente, forse preoccupata, poi l’ingegno femminile indicato da un gomitolo, appunto quello che in “illo tempore” salvò Teseo. I contrasti stanno in quello che si diceva un'opera nuova intesa per un universo attuale, pensata con armonie del passato: la classicità greca e romana imperano in questo monumento…


                              Cristina Guerranti - Parma 2005

 

 

…Un interesse verso  l'essere umano che li ha uniti nel tempo, come attenzione nei confronti dell’uomo e della sua sofferenza  per il medico, come forma e problematica dell’io, per la scultrice .
La scultura in bronzo del 1984, raffigurante una figura femminile in aperta tensione verso il mondo, resterà a rappresentare, nelle sale adibite a spazio culturale, un momento <<forte>> nell’attività dell’attività della scultrice, la cui trama riporta a radici espressionistico – figurative che mettono in luce il personalissimo modellato senza ripensamenti dove la resa del materiale  ha un proprio significato, proprio là dove il segno evidenzia le ferite dell’essere quelle stesse che il padre medico si apprestava a sanare.
Sempre attenta alla lunga tradizione scultorea della terra padana, <<madre>> di popoli ed autori che hanno fatto della materia in tridimensione forte espressione dell'arte, Jucci Ugolotti, ha saputo alternare nel tempo materiali preziosi come marmi e bronzi a materie povere come terracotte e gessi, compiendo anche in campo ceramico sperimentazioni materico cromatico.
Da oltre un trentennio, per le sue caratteristiche plastico-strutturali, l'artista, allieva di Marino Marini, a Brera, si è orientata verso la realizzazione di opere pubbliche sempre prediligendo le grandi dimensioni.
Un brevissimo curriculum serve a dare una più solida connotazione alle forme della <<Donna in tensione>>, rappresentazione di una dea madre che è tra mito e storia e che pare volgere lo sguardo verso la presa di una identità, fra sinuosità della composizione e vagheggiare  delle tensioni.
L’espressione  della femminilità va delineandosi nel bronzo forte del proprio rappresentare la vita e nel contempo frutto non <<proibito>> per l ‘ essere consapevole della forza del mito.
Stilisticamente la scultrice si rivela figlia del Novecento, inserendo nella propria attenzione alle forme una profonda adesione alla classicità pur attraversata da connotati espressionistici che vanno<< perdendosi >>in una sottile visione informale nella torsione squilibrante  in  cui è posto il busto della donna, indagine profonda  dentro e fuori l'essere…


                    Stefania Provinciali - Parma 2009

 

 

…Questo monumento  così diverso dai tradizionali, rappresenta il momento del “distacco degli affetti”.
La madre che appoggia le sue sofferenti mani sulle spalle del figlio, lo sostiene; non ha il coraggio di spingerlo ma nemmeno di fermarlo, ha gli occhi umidi, sa che quel suo ragazzo potrà non tornare e sul suo volto si leggono stupore, incredulità ma tanta  fierezza,   E l'Alpino, con quella mano aperta sul cuore, esprime la consapevolezza di andare incontro ad un destino  da lui non voluto ma a lui richiesto con il pesante fardello che la Patria gli richiede e che porterà ripagando della fiducia  su di Lui ben riposta.
…una corda che rappresenta il legame tra il passato e il presente; una corda che serve ancora per soccorrere coloro che sono in difficoltà, con le attuali armi di solidarietà che l’Alpino riesce ancora a donare.
<<onoriamo i morti aiutando i vivi>>è una delle frasi che appare  sul monumento, essa esprime chiaramente tale concetto.
Il solo pensiero di quest'opera, di una <<originalità toccante >>, riesce ancora ad emozionarmi e penso che la sua autrice meriti un sentito Grazie perché  non  è un monumento solo per gli Alpini, ma anche per tutti coloro hanno sofferto per i loro figli o fratelli che <<sono andati avanti>>.


                        Massimo Guarenghi - Parma 2004

 

 

 

...FRAMMENTI CRITICI DAL 1980 AL 2000


Con Jucci Ugolotti si propone una nuova e forte personalità di scultrice: una personalità che si formata nel corso di studi severi , sotto la guida di prestigiosi maestri, e  che in seguito si è precisata in un'autonoma fisionomia plastica.
Chi, nel panorama delle discipline figurative  decide di ”fare scultura“ già opera una scelta decisa  in direzione  di un impegno a tempo lungo, di un lavoro che coinvolge, insieme all’ideazione il duro e quotidiano  esercizio manuale. E'quel che ha fatto Jucci Ugolotti: uscita da Brera, dopo aver seguito i corsi di Marini e Cavaliere, ha individuato nella figura  il tema della sua ricognizione plastica. Ed è stato in particolare “il corpo” con il suo ingombro fisico, il campo di ricerca  di un aspro discorso  sull'espressività denudata dell’organismo umano.
La suggestione del “primordio” con il richiamo  di remote presenze, ha fornito l’intonazione di tutta una fase di lavoro che la scultrice ha trascorso in posizione appartata, senza uscite in pubblico. Figure reclinate, torsi ustionati e riversi, forme dormienti serrate alla terra, sui corpi fratture mutilazioni quasi a insidiare l’idea dell'”apollineo”. Attorno a questo nucleo di pulsanti tensioni corporee si è precisato un linguaggio scabro ad essenziale: un linguaggio che in una seconda fase  si è fatto più cifrato ed enigmatico…Con l’efficacia delle opere, si delinea il percorso compiuto dalla scultrice sul tema di un'idea plastica portata ad esprimere la densità della vita e della materia.
Con l’impegno e la coerenza fin  qui dimostrata, Jucci Ugolotti  si segnala con autorità sulla scena della nuova scultura.
L’interesse da lei rivolto ai problemi della struttura annuncia uno sviluppo formale declinato sui misteri del segno, sugli enigmi che rinserrano l’origine stessa dell’uomo…
                                                         

Gianni Cavazzini  - Parma 1980

 

 

…I corpi sono marcati da un annuncio di realtà che non è più un ‘oscura formazione di masse terrifiche, ma già legata alla storia della vita e dell'esistenza. La forma si pronuncia in gesti espressivi, in una sorta di ritmica essenziale intagliata con esattezza di proporzioni, senza che la materia appaia forzata dentro a uno scrigno formale imposto.
La materia è resa estremamente sensibile e proprio per questa necessità di duzione duttile e libera Jucci Ugolotti, predilige il gesso, la terra, nella sua disadorna porosità, nel suo colore opaco , per il suo carattere morbido e responsivo...
                                                              

Elda Fezzi - Cremona 1980
 

 

…Una scultura costruita con eccezionale carica quella di Jucci Ugolotti e che, senza mezzi termini, sfugge alle riserve e agli  equivoci sempre pronti a sprizzare e rinvigorirsi intorno alla opere fatte da donna. Si tratta di un lavoro  condotto con energia e competenza e che si difende da se', fuori dalle parentesi ed ai”clichès”  vecchi e nuovi che, tra bordate di fronte e di striscio  montano continuamente  giudizi di sufficienza sul lavoro serissimo e quanto mai ricco di proposte che viene da questa parte.
Questa scultura è una sorpresa da qualunque parte la si guardi.  Ogni opera si rivela non solo come il frutto di una    esperienza profondamente  vissuta, ma anche  come una forza ctonia che emerge con una vitalità genuina portandosi  verso indiscutibile pienezza di senso e significato.
Anche là dove il taglio strutturale giunge al dettaglio al più rotto,   al mistero geroglifico, esso è sostanziato da un disegno preciso, da una tenuta insolita del ritmo e dei legami interni.
Dalla sapiente manipolazione del materiale (il gesso, la terra, il fango della creazione)sono  venuti alla luce “nudi “ “torsi” “teste”, resti ampi e solcati di corpi che paiono smuoversi or ora da vita letargica. Non si tratta di embrioni appena sgusciati o di  manichini. Tutto ciò che è passato nella scultura moderna è assorbito ed ora si prepara ad entrare in una nuova fase, forse un’autentica rinascita…


                                                  Elda  Fezzi - Cremona 1980

 

 

…Anche in questi  bronzi, gessi, terracotte, ”la femminilità si arricchisce di tutti i suoi significati più remoti, più immanenti, più misteriosi..”come diceva Marini; ma non resta statica, inamovibile, segnata soltanto dal  mito di una “recondita primitiva inconscia". Qui si spreme, se mai, una consapevolezza di inquietudine e di allerta, di schianti e risvegli.
…Un potente “nudo“ giovanile arrischia un protervo e allegro “in piedi” quasi evocando, per ironia, e giubilo, certe energie anatomiche rinascimentali, applicate non al nudo maschile ma a quello femminile. Antidoto, quasi, ad un “complesso di Michelangelo”.
Ma poi sempre più negli anni successivi, Jucci Ugolotti, ha cercato L’umanità complessa e segreta del corpo nei gesti quotidiani:non una scultura imitata da esempi antichi o moderni, ma un'immagine che, nel suo farsi, raccoglie memorie e al tempo stesso si apre verso improvvise soluzioni formali ed espressive. Corpi e ritratti riprendono respiro lentamente, come attraverso una difficile gestazione, dopo un sonno di secoli…
Talora la scultura assomiglia a quei calchi solenni di figure coperte da cenere e lava che si riscoprono negli scavi. 
Altra volta la severa riduzione dei dettagli figurali sembra raggiungere il limite di un ritorno al frammento, di una forma in fieri che si scuote e pulsa di nuovo respiro.
…Va detto che ogni brano è eseguito con maestria ed equilibrio, sia nelle varianti esplorate, attraverso  il “disegno“ e  la “pittura, sia  nella  accorta invenzione plastica.
Alla ricchezza di  passaggi fabbrili e immaginativi  corrisponde una sorprendente sobrietà delle soluzioni formali. L’opera può dare anche l’espressine del pathos, senza cadere nell’esibizione del tragico; oppure giungere al simbolo astratto, totemico senza finire nel grafismo gratuito…
                                                              

Elda Fezzi - Cremona 1981

 

 

…Su una concezione  della scultura  come materia-forma che riprende vita e dignità, si pone la parabola energica e raffinata della scultrice parmense Jucci Ugolotti.
…Una vicenda animata  e suggestiva di figure femminili  che paiono riaffiorare da una coltre di terra e salnitro, che riemergono in grandi curve pensose, sembrano riprendere  sangue e scatto ora sfiorando la memoria  di drammi lontani e perenni, ora stirandosi in gesti di liberazione, rimuovendo, a forza di spalle e ventre e lombi, una staticità da sepolcreto. I ricordi di quel gran maestro di Pomone sognate e di Cavalieri  e Ritratti consunti discesi dall’Etrusco, che era Marino Marini (da cui Jucci Ugolotti è stata formata alla scultura, e da cui come pochi, ha saputo prendere succhi vitali)  acquistano altre dimensioni, altri sensi……           
                                                            

    Elda Fezzi - Cremona 1981

 

 

…Di  Marino Marini recupera soprattutto  nelle piccole sculture, le riminescenze  dell’arcaismo e dell’antico,
con uno studio diretto e spontaneo della figura, condotto con tale vigore da infondervi energie e forze espressive non comuni.
Degli esiti tangenti e surrealismo di Cavaliere, si ricorda quando crea composizioni con vari materiali (gesso, , terra, metallo)e figure avvicinate od accomunate fra di loro da una sintesi narrativa di memoria  od in strutture  naturalistiche sorrette da trame mediate dall’arte antica, (egizia, pompeiana…) felici   anche per le tonalità ottenute, le sculture in terracotta, ben modellate e realizzate in modo molto personale; sempre “sostanziata da un preciso disegno, da una tenuta insolita dei ritmi e dei legami interni” (Fezzi)…
…Dal sottile equilibrio fra motivi reali astrazione preziosa, nasce l’impressione di una realtà trasfigurata o trasformata dal tempo, non disgiunta dal mondo della memoria o del ricordo.
In alcune composizioni il conglomerato plastico si allenta e la rappresentazione assume toni più distaccati, un’atmosfera rarefatta, una contemplazione in senso aristocratico.
Il discorso narrativo indulge ad una più precisa  rispondenza e affiorano immagini amplificate e dilatate del tessuto  in una trama di eccezionale purezza e preziosità…
                                          

Ezio Maglia - Cremona 1981

 

 

E'il   dissidio in termini della scultura: l'aspirazione a una misura limpida e levigata, la pulsione scura del fisico ingombro della materia.  Anche Jucci Ugolotti, nel corso della sua ricerca ha  avvertito ora l'uno ora l’altro di questi richiami.
Agli inizi è stata l’urgenza corporea del primordio, con i suoi eccessi, le sue fatture, a  dilatare la misura plastica di ogni schema figurativo. In seguito, in una fase di rilettura formale, degli elementi  compositivi della scultura, è stata la suggestione dei rapporti calibrati e nitidi  a suggerire all’artista il richiamo alla geometria e alla sua misura limite…
…La rispondenza alla struttura anatomica del corpo trova la sua risposta  plastica, in posizioni, in atteggiamenti,    in torsioni che lasciano  spazio alla libertà immaginativa.
In altre opere sono gli animali a suggerire la presenza allusiva del corpo e del movimento: ed è in particolare la sintesi del blocco plastico che conferisce identità (e verità)all'idea figurativa.
…Si conferma la spiccata attitudine di Jucci Ugolotti a un modellato di forte  sintesi espressiva: e in questa  sintesi assume un rilievo specifico  il lavoro diretto di patinatura della materia.Sono gli apporti di un'esperienza manuale vissuta con assiduità ed impegno, così come richiede  una disciplina severa qual è la scultura …
                                     

  Gianni Cavazzini - Parma 1981

 

 

…Una forma un gesto spezzato e fissato, un attimo raccolto e immortalato, un frammento di vita che si dilata.
La pietra raccoglie il movimento, il largo gesto di un corpo che  si contorce.
La materia partecipa e si lascia plasmare da dita che  s’indovinano febbrili a scrutarle, a sviscerarle per trarne  quell'intima essenza che è il miracolo della scultura: la vita.
Così il marmo freddo si tinge di purpureo e si carica di una forza vitale  che par voler uscire dalla pietra che la imprigiona e, non potendo, vi vibra dentro, s’inarca in forme che sono movimento puro.Siano uomini o animali poco importa, è la tensione vitale la vera protagonista di questi gesti spezzati sul nascere, pura  concezione etica equilibri di pieni e di vuoti, giochi di forme e volumi che anela a grandi spazi…
…Vorrebbero la collocazione in vasti luoghi verdi, e del tempo non temono l'usura, anzi  nella natura dovrebbero essere collocate per chiudere quel cerchio simbolico che unisce i tre regni, animale, vegetale, e minerale…


                            Gloria Ciabattoni - Bologna 1983

 

 

...Il fatto che Jucci Ugolotti nella sua ricerca espressiva, si  avvalga di materiali originari (come gessi, marmi, terracotte) e rifugga nelle rappresentazioni da forme astratte per proporre figure femminili, ha una precisa rispondenza nella sua concezione cosmogonica: materia e donna sono all'origine della vita.
La materia ha portato al generarsi delle prime forme di vita e la donna  simbolo arcaico di fecondità, , ne ha assicurato la continuità, perno insostituibile del divenire biologico.
Un divenire tortuoso che si palesa informe mosse e vibratili, in linee che seguono un andamento modulare, in proporzioni che si allentano dal rigorismo classico per seguire i ritmi e le pulsioni di una geometria interiore formatasi attraverso un lento e sapiente FEED-BACK artistico.  Partendo dalle prime esperienze scolastiche maturate sotto l'insegnamento   Marino Marini e Alik Cavaliere, passando attraverso suggestioni derivate da simboli e grafie primordiali (rintracciabili nell’esplorazione figurativa di Henry Moore)  Jucci Ugolotti si inserisce nella problematica figurativa del nostro tempo proponendo immagini che pur conservando  l'immagine umana esprimono una profonda vitalità spirituale. Man mano che procede nella sua indagine, raffina tecnica e materiali.. strappando alla materia forme più stilizzate ed essenziali…
                               

Elisa Guida - Milano 1983

 

 

…A prima vista le sculture di Jucci Ugolotti sembrano composizioni astratte alle quali volumi e masse si compensano con rigore e armonia di forme.
Una lettura più attenta fa scoprire poi che masse e volumi sono in realtà il risultato di una sapiente  e personale sintesi del corpo umano tradotto in scultura, a volte anche di notevole dimensione. E quindi la scoperta di torso, gambe, braccia e testa, spesso eretta e ornata da giocosa capigliatura, si rivelano appieno e la percezione di queste figure  femminili – sovente supine  e intensamente vitali da'una viva emozione.
Sensibile al fascino della creta, questa scultrice (vive e lavora a Parma) ha affrontato anche materiali severi come la pietra e il marmo.
 Le opere presentate in una sua personale a Bologna hanno rivelato la freschezza e l'originalità creativa di una giovane artista di talento…
                                                 

Gino Sirmi - Bologna 1983

 

 

Jucci Ugolotti è artista di solida cultura che opera con lucidità d'impegno fra il duro lavoro quotidiano solla materia ostile ed il lento  scavo verso l'idea più interna della figura umana.
Agli inizi è stata l’urgenza  del primordio, con la densità corporea a suscitare nelle sculture l'inclinazione verso un'espressione scabra, impastata nella terra delle origini:apparizione di oscura suggestione, gessi opachi e disadorni, impronte di un transito dell'uomo sui sentieri della sua precaria storia.
La scultura però, non è solo questo: è anche sintesi di essere e di esistere, è tensione a far coincidere, in un’unica identità, la struttura della forma e l'organismo della materia.
Con la salda coscienza di questi imperativi, Jucci Ugolotti, ha inserito lungo lo sviluppo  del suo percorso plastico gli stilemi equilibrati di una nuova misura geometrica.
Ed è così che in un gruppo di opere ultime, l'architettura dell’uomo trova la sua implicita rispondenza  in una ricreata forma plastica: è la forma che si declina in scansioni insieme levigate e vibratili, è la realtà che si esprime  in una più sottile concisione stilistica.
L'approdo  ai “materiali nobili” dopo le esperienze sulle suggestioni oscure del primordio, è per l’artista, la conquista di una visione colta e compiuta dell'originaria idea plastica:un ‘ idea che si svela nella cifra di una chiara e nitida verità poetica…


                                                    Gianni Cavazzini - Parma 1985

 

 

…Jucci Ugolotti rivaluta la manualità della pratica scultorea, lavorando la materia con tagli decisi e morbide curvilinee, scavando a volte al suo interno e prendendo la figura umana a pretesto per ridurla ad armoniose forme di rientranze e sporgenze…
                                

  Giuseppe Bonini - Parma 1987

 

 

…Una statua in bronzo  del nostro grande concittadino, a lei commissionata negli scorsi mesi, è ora posta nella “Plaza Italia” di Barquisimeto in Venezuela: la  terracotta che qui è stata scelta per rendere omaggio al Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale, ne è uno degli studi preparatori di più viva immediatezza psicologica e di più vigorosa riuscita plastica.
Fare il ritratto postumo di un genio creatore significa trascendere la mera fedeltà delle immagini documentarie e cogliere la sintesi  della sua personalità straordinaria, e cioè nel caso di Verdi, la fierezza dell'uomo e il palpitante fervore dell’artista. Così la natura, ma l’arte è spesso la matrice di nuova arte: arte che nasce dall’arte, dalla meditazione degli esempi più famosi della ritrattistica verdiana ottocentesca, come anche, e più, della interpretazione della sua musica immortale.
Schivo qual'era, il maestro una volta confessò all'amico Piave: “Quando  sono fra me e me alle prese con le mie note, allora il cuore mi palpita, le lacrime piovono dagli occhi e la commozione e i.piaceri sono indicibili”.
E'il  in cui il momento in cui il carattere  e la passionalità verdiana si rivela al di là della maschera fiera che gli era abituale. Ed efficacemente Jucci Ugolotti ci sembra abbia colto questo momento ispirato, mentre per gli altri e la scultura definitiva  ella abbia privilegiato di Verdi il rigore morale.
Quanto poi ai modi formali, la scultrice si era confermata artista del nostro tempo, avvertita sulle più vive e libere esperienze contemporanee, come d'altronde tutta la sua ammirata produzione dimostra…
                                             

   Corrado Mingardi - Busseto 1990

 

 

...La sua è interiorità  intesa come può fare uno scultore che avverte per prima cosa il peso della materia, la sua fisicità, la sua inerzia, la sua impotente immobilità, essenze, che egli vuole trasformare in forma in energia in espressione, in emozione  e suggestione, con atto  che è  fare, trasformare, plasmare, affidando alle mani sensazioni  e intuizioni  e non in una sapiente distillazione alchemica come avviene con la pittura,   ma con brutalità, con una partecipazione del corpo, che è  anche fatica, sudore, tensione muscolare prima che artistica. E'anche un modo  di vedere le forme, di comprendere lo spazio come completamento dell'opera come sua collocazione, progettandola nelle tre dimensioni, in modo da offrire una visione non statica ma in movimento…
Jucci Ugolotti ha il gusto di eredità romana, qui in terra di pianura, dell'assoluta individualità del ritratto dell'esame acuto  e della riproduzione attenta di ogni, anche minimo particolare…
…Ritratti nei quali l’occhio femminile indaga inquisitore, lucido e impietoso, ma anche sottilmente alla ricerca di verità nascoste, di emozioni e di sensazioni che vengono normalmente occultate.  Questa sensibilità dello scoprire, questo mettersi in empatia col personaggio diventano poesia, si trasformano in alto linguaggio artistico nel momento  in cui si liberano dall'obbligo del rispetto realistico  del soggetto, nel momento che affrontano un personaggio del passato. Allora le superfici si sgretolano nella luce, la mano modella i volti aggiungendo emozioni, fuori da ogni retorica con sorprendente reinvenzione della semplicità quotidiana, con essenzialità sciolta da tributo fisiognomico…è il caso di “Verdi  giovane”, una intensa interpretazione di una solitudine, di un caparbio ed ineluttabile destino, riproposto con gli occhi della modernità al di fuori di ogni retorica celebrazione..

…Le Clarisse, le suorine che occhieggiano ombrate dai loro cappelli, unite a grappolo, dominate dalla svettante superiora, ciascuna con una emozione, di timore, di curiosità, di lieve eccitante ansia, di timidezza, di scetticismo, di esaltazione mistica, ciascuna con negli occhi la propria vita e le proprie attese.  E l’eco di  questa femminilità sottile  fatta lieve da una materia resa come diafana, riprende corpo, riacquista peso, consistenza nelle diverse  figure femminili, nei ritratti  nei quali il volto è una storia individuale precisa, un carattere quasi un destino…

…di condizione dell'essere donna  come in opere come “Le amiche”.Qui i corpi raccontano una storia antica, collettiva di donne padane, sfiancate dai parti e dalle fatiche rese anonime uguali fra loro e alle generazioni che le hanno precedute, mentre il loro incontrarsi  ha una complicità tutta femminile mantiene viva una scintilla che altrimenti sarebbe ridotta a dimensioni e funzioni biologiche e sociali.
…ben diverso è il discorso della  “Maternità”. In queste figure le forme riacquistano  qualcosa di ancestrale, di arcaico, facendo intuire il senso di mistero che si cela nel dare la vita.Ci sono  la sacralità di antichi riti e antichi miti, l’indicibile di una condizione  esistenziale privilegiata  che nel rapporto con il figlio diventa invenzione di gesti movimento…
                         

     Marzio Dall’Acqua - Parma 1999

 

 

...In colloquio privato con una sfinge sensuale e misteriosa, quasi  un chac mool maja che non chiede altro sacrificio che quello del cuore, Jucci Ugolotti ridà alla materia la sua dimensione femminile. La lezione della grande scultura del  Novecento è presente ma la sua lungimiranza artistica ha da lungo tempo aperto nuovi e personali cammini espressivi, che Jucci Ugolotti percorre con consapevolezza e intraprendenza, svincolandosi dai limiti pur imprescindibili della res estensa…


                                    Mauro  Carrera - Parma 2007

 

 

…Parma, sua città natale, possiede molte testimonianze della sua attività. Nell'opera “Gabriele del 1972” realizzata in bronzo, l'autrice tende ad eliminare tutto ciò che potrebbe risultare superfluo, giungendo ad una  levigatezza estrema della superficie  che, come fosse uno specchio , viene colpita dalla luce. Dall'osservazione del manufatto si può dedurre che l'artista sia alla costante ricerca dell’essenziale, della forma perfetta. In  questo bronzo  sono evidenti le sue competenze   accademiche e sulla falsariga di Gemito  e Medardo  Rosso persegue una verosimiglianza  di altissimo livello…


                                          Daniele Radini Tedeschi - Roma 2013

 

 

Jucci Ugolotti  è una scultrice di energica tensione creativa. Le sue realizzazioni  lo dimostrano eloquentemente. In Lei l’impulso del fare è uno stimolo irrevocabile che poi si solidifica nella sintesi dell’idea.
La Sua scultura vive di intuizioni e di emozioni. 
Il modellato  è immediato pur nella sottigliezza di richiami  espressivi che compenetrano  l’abbozzo dinamico della figura  in  un'interpretazione  composita  dalla forte valenza informale. In definitiva un messaggio scultoreo in perfetta sintonia con la rapidità della comunicazione contemporanea…
                                  

  Teodosio Martucci - Milano 1992

 

 

…Inutili le citazioni di maestri consacrati:Jucci Ugolotti è una realtà a sé stante; assapora il gusto della materia in quei gessi feriti, dalle piaghe in ebollizione, va dritta verso l’essenzialità di corpi che non ci si accorge nemmeno mancanti di braccia e gambe.
Ma cosa anima la mano instancabile di questa scultrice dalla sorprendente vitalità?                             
…ma lo scultore c’è, c’è l’immagine fisica e cerebrale rivolta al corpo umano, con quel tanto di calore
e quel tanto di pensiero, con la schiettezza del colpo sicuro, il segno della spatolata, proprio di botta calda…
                            

  Tiziano  Marcheselli  -  Parma 1980

 

 

..il gruppo plastico ideato da Jucci Ugolotti: la fede o l’anelito o lo sgomento delle Clarisse, avvolgono il sigillo impresso sull'umanità futura dall’esempio totale del Santo di Assisi…

...Nel corso della sua esperienza creativa, la scultrice Jucci Ugolotti ha posto sempre al centro dei propri interessi di ricerca la figura umana:una figura umana  intesa nella sua realtà fisica e spirituale. In questo contesto si inserisce, in posizione di precisa rilevanza, il tema specifico del ritratto. Una scelta, questa, che rientra nella visione globale  dell'artista, nella sua ricognizione, decisa e profonda, sulla realtà complessa  della persona. 
…Il busto eseguito in memoria  del Cardinale Antonio Samorè è la testimonianza più significativa di un discorso plastico attento a cogliere, e a restituire in forma espressiva, i diversi elementi che formano l'unità del soggetto.
In primo luogo emerge, in quest'opera, il sicuro dominio degli strumenti sculturali da parte dell'artista: un dominio che si traduce nell'armonico equilibrio  dei  volumi, nel calibrato rapporto tra la realtà psicologica del ritratto e la presenza fisica della figura.
  Sul piano della dimensione evocativa  l ‘ illustre presule  viene rappresentato  da Jucci Ugolotti  nella svolta della maturità, nella pienezza, quindi, del suo magistero pastorale: di qui il senso di amorevole autorevolezza che emana dal traslato artistico di sottesi vincoli e di tenaci memorie.
In questa definizione plastica assume una funzione non secondaria la materia: e  cioè il bronzo. Si tratta di un materiale di antica tradizione che giunge tuttavia ad esprimere, con viva aderenza, la presenza di una personalità calata nello spirituale.  Ed ecco, altresì, che la ricerca a tempo lungo tempo svolto dall'artista  in preparazione all'opera compiuta inserisce nel ritratto i segni di una  precisa identità.
Per i suoi caratteri di alta qualità formale e per i suoi indizi di riconoscibilità profonda  l’opera  della scultrice Jucci Ugolotti si può  definire di autentico valore artistico: e  come tale meritevole di essere inserita in un contesto  di cultura.
                         

     Gianni Cavazzini - Parma 1985 

                            

 

…Jucci Ugolotti, interprete eccelsa di monumenti di sapore francescano, tra cui quello dedicato a Padre Lino in Parma,   oltre alla partecipazione alla Biennale di arte sacra, alla Chiesa di Santa Maria del Carmine in Firenze... attraverso la sua  scultura che rappresenta la Santa  senese in  adorazione del Cristo suo sposo, esprime con la materia che le è congeniale la forza e la spiritualità della ragazza di Fontebranda in un unico assunto di unione fra il corpo (la materia) e lo spirito. Un'opera splendida dal sapore francescano per la sua sintesi e semplicità…
                                               

Gilberto Madioni - Siena 2000

 

 

Jucci Ugolotti è una donna sensibilissima, forte e passionale …che guarda al futuro attraverso l'immane ricchezza del passato e la sua inarrestabile  ed esuberante voglia di vivere. Le sue preziose e vive sculture narrano la sua storia il suo estremo rigore la sua indiscutibile disciplina, fusi a una dolcissima femminilità, continuamente rinnovata, reinventata  e rigenerata.
…attraverso  l’incontrollabile fisicità e il movimento di corpi potenti o simbolici, nonché contenitori di vita accarezzati da una materna tenerezza e avvolti da una sensuale carnalità, inizia ciò che è stato non soltanto un affascinante percorso creativo, ma anche un segreto e sorprendente viaggio nel femminile…
                                

   Mariacristina Maggi - Parma 1998

 

 

...Innanzitutto è rivolta (e comprensibile) a tutti, abbinando un aspetto figurativo, una certa libertà di interpretazione, con accenni a una certa scultura colta europea del secolo……ma in questo fraticello dagli occhi di cielo ha veramente raggiunto “la gloria”, non quella degli uomini, ma quella dell’Ispirazione, della partecipazione della materia che diviene spirito.
…che pone Jucci Ugolotti nella dimensione immortale dell’arte autentica e  che  testimonia  come chi si accosti a Padre Lino resti spiritualmente folgorato per sempre…


                               Tiziano Marcheselli - Parma 1998

 

 

…E'in questo servizio, delle persone attraverso l’attenzione alle cose, facendosene sbranare lentamente,   ma inesorabilmente, tutta la santità di Padre Lino (1866-1924): un aderire così impellente ai bisogni, un riconoscimento così materiale delle necessità, che sembrano risolversi totalmente in fisicità.  Neppure il tempo per una predica, per una esortazione:altrove bisogna portare oggetti, cose, beni, sostanze.
E'Padre Lino è santo del paradosso: tutto corporalmente votato alle cose, a soddisfare consumi… tutto così terragno, mondano, come incapace di alzare gli occhi al cielo, di ogni altro gesto che l'afferrare o il lasciare, in un prendere rapace, onnivoro… così totale  nel far scorrere  tra le sue dita le cose, i beni, nel disperderli, da pagarli bruciandosi, consumandosi dando sé alla materia, al punto da divenire trasparente, da affilare il corpo come fosse spirito, da perdere spessore consistenza, negando in sé, non nelle cose ogni valore materiale, ogni fisicità, ogni corporietà. Facendo del suo incedere, della sua frenesia, della sua irrequieta ricerca concreta, solida, costante, ininterrotta preghiera. Servo della carnalità, Padre Lino, in modo  misterioso, incomprensibile, ma reale, non arriva mai a peccare contro lo spirito-l’unica colpa che Dio non può perdonare, perché assume su di sé la necessità, che diventa giustificazione, umanità sublima ogni grossolanità nel consumare se  stesso e non le cose.
E'questa complessità che ha intrigato Jucci Ugolotti, straordinaria scultrice...


                                           Marzio Dall’Acqua - Parma 1998

 

 

…Autrice dell'interessante opera di scultura è Jucci Ugolotti, artista che, nonostante possieda una spiccata personalità, con slanci plastici essenziali e contemporanei, bene si adatta anche alla ritrattistica , ai lavori commemorativi o di restauro… la scultrice conoscendo da vicino il personaggio, ha ”catturato ”proprio la personalità aperta, affascinante, prettamente parmigiana del “sindaco di tutti “… 
                               

 Tiziano Marcheselli - Parma 1991

 

 

...Il busto  dell'insigne musicista fu commissionato dalla Regione Emilia Romagna  all’abilissima scultrice Jucci Ugolotti, sensibile ed appassionata artista moderna…
Jucci Ugolotti è l’artefice di quella pietra miliare che resterà per sempre incastonata nel cuore di questo meraviglioso paese tropicale , ”Barquisimeto, la città musicale del Venezuela, ”…
…l'opera contiene tutto l'amore dell'artista parmigiana, la sua profonda sensibilità, il suo nuovo e personale modo di vedere il grande musicista attraverso una forma che interpreta alla perfezione l'appassionante “Va Pensiero”…e la ribellione di un genio imborghesito dalle interpretazioni scultoree precedenti, al quale Jucci ha reso giustizia plasmandolo con la forza autentica e gentile delle proprie mani. Possiamo senza dubbio affermare che il Verdi che onora la Collettività Romagnola e l’intera Collettività italiana, è rappresentato con libertà geniale, nella freschezza di una identità resa finalmente in proporzione giusta e reale.
…Quale altro personaggio poteva tradurre le suggestioni storiche  ed i valori artistici  del grande popolo emiliano  se non il “Cigno di Busseto”? Colui che tanto aveva dato con il suo romanticismo libertario all'Italia intera?...

                    Anna Maria Tiziano - Barquisimeto (Venezuela) 1988

 

 

…Un Verdi inedito, di età giovanile ”nel momento della maggiore e più affermata creatività quando il suo giovane spirito anelava al riscatto e all’indipendenza nazionale”…
Nella scultura, una fusione in bronzo, resa con grande sintesi  di volumi  e forte plasticismo, è stata riservata grande importanza all’intensità dello sguardo, che in scultura è cosa assai ardua, in modo da rendere il  “palpitante fervore e l'ardore appassionato del giovane protagonista romantico” le cui vigorose sembianze stanno a testimoniare nelle origini padane, il forte temperamento dell'uomo insieme alla genialità creativa dell'artista e all'ansia inquieta dell'intellettuale…

                          J. Alda Ugolotti - Caracas (Venezuela) 1988

 

 

…Segni concreti e precisi si ritrovano nella figura  di Alcide, nei suoi tratti marcati  e profondi, nella sua fierezza pensosa.
A questi segni ha pensato Jucci Ugolotti quando ha preso a dar forma plastica al volto di Alcide  Cervi: dapprima in terracotta poi in bronzo. Un impegno difficile, rivolto ad evidenziare, in primo luogo, la    retorica celebrativa del tutto estranea al mondo di Alcide e ai suoi sette figli.
Per ricordare qualcosa che somigli a questo sterminio familiare – ebbe a ricordare Piero Calamandrei –bisogna risalire ai miti della tragedia greca, ai fantasmi biblici od omerici: ai figli di Niobe, ai sette Maccabei, ai sette fratelli di Andromaca – ma i sette fratelli  Cervi, non sono poesia: sono storia sono la nostra storia “.
E così il  volto di Alcide, nella presenza plastica ricreata da Jucci Ugolotti dopo uno studio attento di documenti e testimonianze, esprime la realtà morale individuata da Calamandrei nella sua orazione:”di appartenere ad un popolo che sa trovare ancora, nella sua semplice bontà umana, questa verità più alta e più schietta di ogni poesia…


                                  Gianni Cavazzini - Parma 1986

 

 

 

Il desiderio sempre vivo di sperimentare e di misurarmi  in nuove situazioni, mi ha portato ad accettare nel 1986 la committenza dal Comune di Parma, per la scultura più popolare della città, “ Ercole e Anteo” comunemente detti nel vernacolo locale “ i du brasse”, pur sapendo che la  prova più difficile da superare non sarebbe stata la soluzione dei problemi che mi si sarebbero presentati, ma quello di riuscire a frenare la mia creatività e il mio particolare modo di intervenire sulla materia.
In pratica il mio personale “espressionismo figurativo” doveva lasciare spazio a una maniera plastica di trecento anni fa, tanto da identificarsi in quella di un autore nemmeno classico, ma fiammingo, sia pure influenzato dalla nostra produzione tardo rinascimentale: Teodor Van der Stuck.
Tutto ciò era in parte eccitante: arrivare al massimo della figurazione, della tensione muscolare, nella descrizione anatomica in proporzione gigantesca...per me che da sempre aspiro, come ogni scultore, al monumentale, era tutto particolarmente esaltante!...
Quando li rimossero dal piedistallo originale, fu subito chiaro che i sopraluoghi precedentemente effettuati non avevano evidenziato il loro reale stato di conservazione ; a causa del degrado si era quasi “scorticata” l’intera superficie, si dovevano rifare le parti mancanti, tutto il gruppo era come “slegato “  e andava quindi completamente riassemblato. In pratica  stavano per arrivare in casa due giganti, dai piedi d'argilla, di oltre tre  metri d'altezza!
Il viaggio fece il resto:si sfilarono altri chiodi, i più arrugginiti, che un tempo avrebbero dovuto saldare le varie parti realizzate a sbalzo ;iniziò così la mia lunga storia di convivenza con Ercole e Anteo tra le brume padane.
Si presentò subito il primo problema: come tenerli in piedi e metterli in asse, dal momento che nessuna delle due figure aveva punti d'appoggio: mi venne allora in aiuto un po'di concretezza emiliana e decisi di “ imbragarli” per   renderli più  autonomi e saldi.                                               
Osservandoli da vicino potevo notare che anche il metallo presentava    innumerevoli lesioni, dovute  in parte alla tensione del metallo (rame)estremamente sottile e in parte alla lavorazione delle lamine, mentre erano pure evidenti rotture nelle connetture  dentellate, ma il danno più grave riguardava la perdita completa del braccio destro di Anteo, nonché di  diverse dita  delle mani di entrambi.
Un'accurata pulitura, esterna ed interna, fu il primo trattamento riservato ai giganti, ma, per l'integrazione delle parti mancanti, da rifare completamente, fu ancora necessario fare appello alla <<concretezza padana e alla creatività d'artista>>, perché si trattava di inventare  un'armatura sostenuta dal nulla (l’interno del gruppo  è infatti vuoto  all'incirca fino alla vita e d’altronde non è possibile nulla se non esiste un armatura di sostegno).
Risolsi il problema  e completai l’opera nella prima parte  realizzando le parti mancanti in leggera fusione in lega con alta percentuale di rame  poi cominciai a raccordare le patine. La permanente esposizione all'aperto aveva  interessato particolarmente la superficie metallica, che presentava  seri fenomeni corrosivi. Nell'opera sottoposta a continui sbalzi di umidità relativa(fattore promotore dei processi di corrasione elettrochimica) e a fenomeni di condensa, dovuta all’escursione termica, erano accentuate le presenze di agenti inquinanti(anidride solforosa, particelle carboniose, residui di olii incombusti, ecc.) causati da scarichi industriali, escrementi di volatili ecc. In alcune zone la superficie si presentava come ‘’scorticata”, o coperta solo da uno strato di ossido di rame  a causa del dilavamento di alcuni combusti solubili dalle patine.
Le coloriture verdi (corrose anotodicamente  con perdita di metallo in superficie) e nere (originate dal deposito di polveri e particellato carbonioso) che costituiscono il catodo di questa reazione elettrochimica, davano all’opera un effetto cromatico eterogeneo di tipo” zebrato “, dovuto allo scorrimento delle acque piovane. Situazione particolarmente antiestetica, quasi totalmente eliminata a operazione ultimata, quando patina e protettivi finali ridiedero al rame la sua antica dignità di metallo. L’operazione conclusasi  nel giro di alcuni mesi di intenso lavoro, aprì tuttavia alcuni seri interrogativi: l'idea di ricollocare all’aperto il gruppo destò  non poche preoccupazioni. Nel gennaio del 1993 firmai perciò il contratto che prevedeva, a scopo tutelativo una copia del gruppo in fusione di bronzo, identica all’originale…
                                       

 Jucci Ugolotti - Gazzetta di Parma 23 Febbraio 1993

 

 

 

 

 

 

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